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Colombo sul Licinium: “Perse aggregazione e socializzazione”

Admin Altreforme 20 Luglio 2014

Cultura, Erba

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Licinium ErbaERBA – Caso Licinium: parla Mauro Colombo.

“Desidero esprimere alcune considerazioni personali sulle dimissioni del Consiglio direttivo e della Direzione artistica dell’Accademia dei Licini, associazione di cui sono stato tra i fondatori e che ho presieduto dal 1996 al 2000”.

A suo avviso, il nocciolo della questione riguarda la condivisione, o forse, la mancata condivisione, del progetto “Erba Città di Shakespeare”.

“Dato atto al Comune di Erba di avere sostenuto le stagioni teatrali dell’Accademia nei limiti delle proprie possibilità finanziarie e di avere provveduto a importanti interventi sulla struttura del Licinium (peraltro da tempo necessari e richiesti), rimane un dato di fatto: il progetto “Erba Città di Shakespeare”, ideato dall’Accademia a fine 2010 come piano di marketing territoriale, funzionale al complesso reperimento di risorse finanziarie per coprire il budget delle stagioni, è stato calorosamente e pubblicamente “sposato” a parole dai massimi rappresentanti dell’Amministrazione comunale, anche quando sarebbe stato possibile e lecito avanzare perplessità e obiezioni; poi, però, non è stato altrettanto supportato nei fatti dalla stessa Amministrazione e da altri potenziali partner locali chiamati a contribuire alla sua attuazione. Le divergenze sorte in questi ultimi mesi e il recente dibattito mediatico (non voluto dall’Accademia) sono la diretta e inevitabile conseguenza di quel “rigetto””.

Colombo ha poi preso in esame la stagione in corso. “Dopo le dimissioni del Consiglio direttivo, il Comune ha impostato una stagione 2014 molto articolata. Cartellone alla mano, mi permetto di notare che il Licinium ha perso anche graficamente (e quindi definitivamente?) la caratterizzazione shakespeariana proposta dall’Accademia dal 2009, che gli è valsa l’iscrizione, unico teatro italiano, alla prestigiosa STA (Shakespeare Theatre Association) e su cui, anche in questo caso, il Comune aveva manifestato pieno assenso. Soprattutto è venuta meno quella vocazione del Licinium a essere “teatro di parola”, riconosciuta e apprezzata da autorevoli esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura (tra gli altri, Barbara Minghetti, presidente del Teatro Sociale di Como). In questo senso, sono convinto che al Licinium non si possa fare “tutto” (comprese proiezioni cinematografiche certo non “in prima visione”…): lo dice, anzi, lo esige la sua storia di oltre 85 anni e, mi si perdoni l’immodestia, quella più recente dell’Accademia”.

Ed ecco il punto che Colombo considera fondamentale. “Dal 2000 in avanti il Licinium non è più una semplice location di spettacoli teatrali: se così fosse, chiunque potrebbe organizzare una stagione come sta avvenendo quest’anno. Soprattutto grazie all’impulso dato da Isabella Molteni e Gianlorenzo Brambilla, e poi rinnovato da Luisa Rovida De Sanctis e John Pascoe, in questi 15 anni, l’Accademia non si è limitata a “portare pubblico” a teatro, ma, attraverso le sue produzioni, si è votata a “fare teatro”. La stagione dell’Accademia non aveva solo un rilievo artistico, era anche punto di riferimento in termini di aggregazione e socializzazione per quanti (per la quasi totalità erbesi) vi erano coinvolti, in scena, dietro le quinte e in platea. Non avere compreso questa valenza sociale e avere disinvoltamente sostituito un’associazione capace di mobilitare in vent’anni decine e decine di volontari senza alcun fine lucrativo, con chi (in modo del tutto legittimo, sia chiaro) fa dell’organizzazione di spettacoli motivo di profitto, personalmente lo ritengo molto grave. E anche molto triste”.

 

Vedi articoli precedenti:

Accademia dei Licini: si dimettono presidente, vice e direttore artistico

Dimissioni Accademia Licini: i commenti in Consiglio

Licinium: il Comune salva la stagione teatrale estiva

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