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Asso. Volontari al lavoro per pulire le sponde del Fiume Lambro

Miryam Colombo 29 Gennaio 2020

Asso, Attualità

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Le sponde del Lambro al termine dei lavori di pulizia

 

ASSO – Si sono armati di tanta buona volontà e impegno i dieci volontari che domenica mattina, 26 gennaio, hanno provveduto alla pulizia delle sponde del Fiume Lambro. Ora si cercano altri volenterosi per proseguire l’opera.

Ad unirsi per raggiungere l’obiettivo sono stati i volontari del Club Alpino Italiano sezione di Asso, dell’Associazione Pescatori e della Protezione Civile. La squadra ha provveduto al taglio con decespugliatori, roncole e cesoie di erba e arbusti lungo le due rive del fiume Lambro nel tratto compreso tra il ponte pedonale di fronte allo stabilimento Oltolina e la zona poco oltre il fabbricato delle ex grafiche Lambro.

Non è la prima volta che le diverse associazioni assesi e la Protezione Civile collaborano insieme in questo tipo di attività: come hanno sottolineato gli stessi promotori dell’iniziativa, il rapporto “è ormai consolidato da parecchi anni e i risultati sono visibili: le sponde sono belle a vedersi e danno un senso di ordine e pulizia, nel tratto che può essere considerato l’ingresso della Vallassina”.

Oltre alla sfalcio dell’erba e al taglio degli arbusti, è stato raccolto anche materiale che continuamente, purtroppo, viene gettato nel Lambro: bottiglie di vetro e plastica, sacchi di plastica, lattine, una confezione integra di panettone, una bottiglia sigillata di brandy e altro materiale.

Un grande lavoro che, tuttavia, non può dirsi affatto concluso: “Questo è stato solo l’inizio – hanno commentato i volontari – A brevissimo si farà il lavoro di taglio degli arbusti più grandi e delle piante che crescono quasi in acqua e che possono creare problemi in caso di ingrossamento del Lambro, perché detriti legnosi provenienti da monte potrebbero incastrasi e impedire il regolare deflusso dell’acqua verso valle”.

Da qui l’appello: “È auspicabile che altri volontari partecipino a questa attività di pubblica utilità, perché a parole molti sono gli ‘ambientalisti’, che però alla resa dei conti non si impegnano materialmente a collaborare e far sì che l’ambiente che ci circonda possa migliorare. Diceva bene mio nonno: ‘È meglio un fare che cento dire'”.