Erba

Scuola e Coronavirus, quando la teledidattica “salva” le relazioni

Miryam Colombo 20 Marzo 2020

Erba, Scuola

ERBA – È passato ormai un mese da quando le scuole di tutta la Lombardia sono state chiuse per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e da qualche settimana la stessa sorte è toccata a quelle di tutta Italia. Dirigenti, professori, alunni, supportati dalle nuove tecnologie, hanno quindi sviluppato un nuovo modo di fare lezione, ma soprattutto di interagire tra loro, preservando le relazioni, anche se a distanza.

Lo stesso si può dire sia avvenuto anche alla scuola secondaria di primo grado “Puecher” di Erba dove alunni e insegnanti hanno sostituito la lezione in classe sui banchi di scuola con quella virtuale sulla scrivania di casa. Attraverso diverse strategie che vanno dalla lezione frontale e interattiva mediante videochiamata, alla condivisione di videolezioni in cui il docente spiega mappe e presentazioni, alle esercitazioni individuali, il programma scolastico viene costantemente portato avanti e le dinamiche di classe, seppur in altra veste, vengono mantenute.

Settimanalmente, docenti e studenti definiscono di comune accordo una scansione delle giornate dandosi appuntamento sulle piattaforme digitali per le lezioni o per le interrogazioni anche ad orari differenti rispetto a quelli canonici, previsti dall’orario a scuola e, come raccontano gli insegnanti, i ragazzi sono entusiasti di poter utilizzare le nuove tecnologie e la stessa novità di questo tipo di didattica li incoraggia molto nella partecipazione.

Ma è soprattutto il valore sociale e relazionale uno degli aspetti più positivi di queste lezioni: “Ci siamo resi conto che per molti alunni il momento della lezione in videochiamata è anche un’occasione per rimanere in contatto con i propri amici e compagni uscendo, anche solo virtualmente, dalla propria casa – ha spiegato la professoressa Patrizia Calcaterra – Qualche volta, durante lezioni lunghe, ci concediamo un momento di pausa e in quelle occasioni i ragazzi tornano a interagire tra loro come farebbero se si trovassero insieme per l’intervallo a scuola”.

“Da questo punto di vista, notiamo come questi strumenti ci permettano di mantenere vivi i rapporti sociali e relazionali che, a scuole chiuse, potrebbero essere seriamente compromessi. Soprattutto a questa età, la scuola è uno dei luoghi in cui i ragazzi socializzano maggiormente e in un momento come questo, in cui ci viene chiesto di rimanere chiusi in casa, è ancor più fondamentale che tale contatto venga mantenuto”, ha specificato la professoressa Calcaterra che ha quindi concluso: “Detto ciò, ovviamente nulla potrà mai sostituire l’esperienza scolastica vissuta nelle classi, ma sicuramente questo ci aiuta a proseguire su questa strada”.