Erba

L’ospedale di Erba rischia di dover essere venduto

Admin Altreforme 7 Dicembre 2013

Erba, Sanità

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Ospedale Fatebenfratelli di Erba serata Pd dicembre 2013 (2)

ERBA – La prima azienda di Erba, con 450 dipendenti diretti e 150 indiretti, non rischia di chiudere, questo è certo, ma di essere venduta. Si è parlato di rimodulare il debito, di piano industriale: tante ipotesi, nessuna certezza. E gli unici dati certi sono i 5 milioni tagliati in due anni dalla Regione e la decurtazione del 50% delle tredicesime dei dipendenti. Ancora l’ospedale Fatebenefratelli al centro delle riflessioni. Venerdì sera l’appuntamento era in sala Isacchi per l’incontro “Fatebenefratelli: facciamo chiarezza, cerchiamo una soluzione” organizzato dal comitato Como per Matteo Renzi in collaborazione con il circolo di Erba del Pd rappresentato da Michele Spagnuolo e Sabastiano Cugno.

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“C’è innanzitutto un problema di definizione di ruolo – ha spiegato l’assessore Nicola AntonicelliFacciamo la funzione di un ospedale pubblico, ma non siamo riconosciuti tali. Non chiediamo di ripianare il debito, ma è evidente che non siamo pagati per le prestazioni effettuate. In 2 anni la Regione ha tagliato 5 milioni di euro. L’ospedale di Erba non chiuderà ma è molto probabile che un giorno o l’altro possa arrivare il privato ad acquistarlo”.

Anche la Regione scende in campo. “La Lombardia non può far finta di niente – ha affermato il consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri – E’ necessario trovare soluzioni stabili. Gli ospedali devono alzare la voce. Il 78% del bilancio della Regione è utilizzato per il sociale e la sanità: è una sfida importante in cui ognuno deve fare la sua parte”.

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Che la provincia Lombardo Veneta – Ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio avesse qualche problema era già emerso in passato ma la situazione è precipitata inaspettatamente. “Nel 2011 si era discusso per un cambio di contratto alla Rsa di Solbiate. Proprio in quell’occasione era stato chiesto il piano industriale della provincia Lombardo Veneta ma non è mai arrivato – ha ricordato Loredana Barattini della Cisl – I lavoratori dell’ospedale di Erba hanno quindi scoperto all’improvviso che i loro stipendi sarebbero slittati al 15 del mese successivo e che la loro tredicesima sarebbe stata decurtata del 50%. Queste informazioni, poiché non si tratta di concertazioni discusse con noi, ci preoccupano”.

“I sindacati avevano già capito il problema ma la situazione è stata mostrata solo ora – ha ribadito Vincenzo Falanga della Uil – In questo modo rischiamo di regalare valore assoluto alla Svizzera, un flusso di professionalità verso altri ambienti”.

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Problema di sprechi per il medico, nonché sindaco di Cernobbio Paolo Furgoni: “Sprechiamo un sacco di soldi, occorre una programmazione”.

Cosa fare dunque ora? “Si tenterà di rimodulare tutto il debito e si farà un piano industriale per tutta la Provincia Lombardo Veneta. La situazione ha colto di sorpresa anche noi dirigenti. I mancati soldi dalla Regione hanno fatto precipitare il tutto”, ha spiegato Antonicelli.

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Tante ipotesi, ma manca concretezza. In soldoni, perché tutto funzioni a dovere l’ospedale di Erba avrebbe bisogno di 3,5 milioni all’anno. Il nosocomio erbese non è un “ospedaletto” come ribadito anche dai medici in sala venerdì sera, ma un’eccellenza, oltre che un servizio essenziale per tutto l’erbese. E allora occorre salvarlo. Ed è chiaro che per farlo servono grandi manovre, ma qualcuno propone anche di partire dal basso: più accortezza da parte di tutti nel rivolgersi al Pronto soccorso ed effettivo ricorso alle “cure primarie” dei medici di base.

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