Terrorismo, dopo gli arresti la Lega presenta un’interrogazione al Governo

Lorenzo Colombo 14 Maggio 2018

Politica

ERBA – Dopo la doppia inchiesta della Scico della Guardia di Finanza di Brescia e dagli agenti della Polizia di Stato della D.I.G.O.S. – sezione investigativa di Sassari che ha portato all’arresto di 14 stranieri regolari sul territorio italiano, gli onorevoli in forza alla Lega Nord: Eugenio Zoffili, Claudio Borghi, Nicola Molteni, Roberto Paolo Ferrari, Eva Lorenzoni, Ugo Parolo, Simona Bordonali, Nicola Molteni e Paolo Formentini hanno presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, al Ministro degli Affari Esteri e al Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Interrogazione nella quale gli onorevoli chiedono di sapere: “Quali informazioni dispongano il Governo ed i servizi di informazione e sicurezza in merito all’entità dell’infiltrazione jihadista nel nostro paese e la sua oggettiva pericolosità; se la presenza di al Nusra e quindi di al Qaeda nel nostro paese sia o meno recente e se questa organizzazione stia traendo profitto dalla crisi del cosiddetto Stato Islamico”, infine, ma non da ultimo, “quali ulteriori misure di prevenzione il Governo conti di assumere per scongiurare l’effettuazione di attentati jihadisti nel nostro paese”.

Gli onorevoli nell’interrogazione hanno riepilogato quanto avvenuto lo scorso 10 maggio, con i 14 arresti “10 erano siriani e due marocchini, risultati legati all’organizzazione combattente denominata al Nusra, parte del network terroristico di al Qaeda, tra le principali forze militarmente attive in Siria contro il governo di Damasco”, si legge nell’interrogazione.

“I fermati – prosegue lo scritto – risulterebbero invischiati in una grande quantità di attività illegali, tra le quali spiccano la gestione di un flusso di migranti irregolari, la trasmissione di denaro attraverso il circuito informale noto come Hawala e il reclutamento di militanti da avviare alla lotta armata; l’accusa nei confronti dei fermati è di aver creato una struttura di sostegno anche economico alla conduzione di attività militari e terroristiche in Siria, che operava destinando ai miliziani denaro che veniva accumulato gestendo il traffico dei migranti illegali; viene così individuato un nesso ulteriore tra flussi migratori irregolari e svolgimento di attività paramilitari e terroristiche; nel contesto dell’indagine, sono state scoperte almeno due cellule attive rispettivamente in Lombardia e in Sardegna; perquisizioni ed arresti hanno avuto luogo anche in provincia di Lecco e Como, interessando in particolare Erba; quanto è accaduto sembra comprovare la sussistenza di rapporti tra i flussi migratori illegali e i movimenti di persone dedite alla lotta armata di natura jihadista nonché la funzione di retrovia logistico apparentemente svolta dal nostro paese nel contesto del mondo del terrorismo transnazionale; non è da escludere che a determinate condizioni il network impiantatosi nel nostro paese possa assumere iniziative ostili nei confronti dei cittadini italiani e delle loro proprietà, anche con l’effettuazione di attentati”.