Como

Flussi di soldi per i terroristi: un arresto a Erba e uno a Canzo

Caterina Franci 10 Maggio 2018

Como, Cronaca

ERBA – Le ultime indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia con la Guardia di Finanza avrebbero intercettato flussi di finanziamento a gruppi estremisti, che avvenivano attraverso il circuito del money transfert, dalle province di Lecco e Como.

Le indagini della Guardia di Finanza, avviate nel 2015, hanno preso spunto da una preliminare attività di analisi sui trasferimenti finanziari intercorsi con i Paesi “a rischio” da parte di individui di “segnalati dal Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo come foreign fighters – si legge nel comunicato delle Fiamme Gialle – stanziati nella comunità siriana stabilitasi tra le province di Como e di Lecco”.

L’attività investigativa avrebbe consentito di delineare, “accanto all’esistenza di una struttura criminale di origine islamica stanziata in Brianza ed attiva nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Europa, una incessante attività di raccolta e di trasferimento di denaro – anche attraverso il canale non convenzionale Hawala – organizzata in maniera stabile attraverso numerosi contatti presenti nei Paesi interessati alle movimentazioni” spiegano dalla Gdf.

Il vorticoso flusso di denaro riconducibile alle movimentazioni Hawala, registrato nel corso delle indagini come superiore ai 2.000.000 di euro, veniva utilizzato secondo gli inquirenti anche per l’effettuazione di attività di riciclaggio oltreché per il finanziamento di gruppi terroristici vicini alla organizzazione Al-Nusra.

In alcune conversazioni telefoniche intercettate, sarebbero emerse circostanze relative alla presenza di uomini dell’organizzazione nelle zone calde della Siria per l’effettuazione dei richiesti trasferimenti di denaro a favore di ribelli antigovernativi contigui ad ambienti terroristici.

“In sintesi – spiegano dalla Gdf – era stata creata una consolidata rete di money transfer illegali, attraverso i quali veniva garantito un canale sicuro per il riciclaggio del danaro, derivante da diverse attività illecite, in diversi Paesi dell’Unione Europea ed extraeuropei, nonché per raccogliere fondi destinati ad alimentare organizzazioni terroristiche operanti in Medio Oriente”.

I finanzieri hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari: due di questi arresti sono avvenuti proprio nel nostro territorio, nello specifico a Erba e a Canzo.

“Si tratta di persone regolari in Italia, con permesso di soggiorno e un lavoro, apparentemente integrati nella società” ha spiegato il maggiore Armando Galletto della Guardia di Finanza che si è occupato delle indagini.

“L’operazione – spiegano i finanzieri – ha di fatto disarticolato un’organizzazione criminale di matrice siriana che si era radicata in Italia, ma godeva di ramificazioni diversi Paesi, in grado di creare uno stabile reticolo di connivenze idoneo ad assicurare la capacità di garantire lo spostamento di ingenti importi in contanti, completamente al di fuori dei canali legali, che sono soggetti alla vigilanza antiriciclaggio. Poiché tra i promotori ed organizzatori di tale rete illecita di Hawaladar erano infiltrati personaggi organici ad associazioni di matrice terroristica siriana, il sistema inevitabilmente è stato utilizzato anche per il trasferimento di danaro finalizzato a sostentare e finanziare tali organizzazioni, come emerso dalle indagini grazie anche alla sempre più fattiva collaborazione tra Guardia di Finanza ed Organismi d’Intelligence, proprio nello specifico settore del contrasto alle attività di finanziamento al terrorismo”.

Personaggio di spicco dell’organizzazione sarebbe risultato essere Daadoue Anwar alias “Abou Murad”, stanziato in Svezia nella città di Norrköping, il quale, come emerso anche nell’ambito di una specifica attività rogatoriale attivata con il Regno di Svezia, avrebbe gestiti l’attività di trasferimento – al di fuori del sistema bancario – di ingenti somme di denaro contante.

Daadoue Anwar era coadiuvato in questa attività da Chdid Subhi detto “Abou Alì” – domiciliato in Turchia – unitamente al fratello Chadid Hamoud (quest’ultimo domiciliato a Canzo) e ad Abou Daher Abdulrahman.

Ulteriori movimentazioni di denaro erano inoltre realizzate anche da un diverso gruppo criminale facente capo al cittadino siriano Bazzka Salmo alias “Abou Mahmoud”, stanziato in Ungheria, con la collaborazione di Bazkka Alaa, Hakim Ahmed e Haidara Rabi, in contatto con la precedente consorteria criminale per il tramite di Said Ahmad Mouayad alias “Abou Hamze”, residente a Erba, uomo di fiducia di Chdid Subhi ed in contatto con vari personaggi in Siria tra cui il fratello impegnato personalmente nel conflitto civile.

In tale contesto investigativo, il Servizio Centrale I.C.O. ha inoltre avviato un’operazione speciale “sotto copertura”, in collaborazione con i Servizi di Sicurezza nazionali (AISI), che ha permesso di avvicinare un importante membro dell’organizzazione criminale, Chaddad Ayoub, acquisendone la fiducia e consentendo di impossessarsi di importanti notizie relative al suo ruolo di deputato, per conto dell’organizzazione investigata, alla raccolta del denaro ed alla sua “movimentazione”” per le attività di finanziamento al terrorismo internazionale, provando anche i suoi trascorsi di foreign fighter ed i suoi collegamenti con combattenti attualmente impegnati nel conflitto siriano tra le schiere di fazioni islamiste antigovernative.

Un contributo determinante è stato fornito dall’A.I.S.I. (Agenzia di Informazioni sulla Sicurezza Interna), che ha permesso di comprendere a fondo le metodologie utilizzate dagli indagati per effettuare i trasferimenti di danaro a beneficio delle fazioni terroristiche cui risultavano legati.