Anzano del Parco

Sindaci uscenti: Rinaldo Meroni racconta i suoi 5 anni

Admin Altreforme 9 Aprile 2014

Anzano del Parco, Politica

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Rinaldo Meroni sindaco uscente Anzano del Parco

ANZANO DEL PARCO – Rinaldo Meroni termina il suo primo mandato alla guida del comune di Anzano Del Parco. Ha affrontato un quinquennio difficile: la crisi economica si è fatta sentire in maniera importante in paese. Basti pensare al fallimento della Orsogril che è costato il lavoro a 140 dipendenti oltre all’indotto e alla chiusura di ditte come la Ovoidali Bosisio e di alcuni negozi.

Il paese però ha investito nello sport. E’ stato infatti completato il centro sportivo e la squadra di calcio locale, prima in classifica, lotta per la promozione in prima categoria. Oltre al calcio e al tennis, negli ultimi 5 anni si è pensato anche al basket e alla pallavolo con la realizzazione di un campo polivalente e a incuriosire i giovani con un campo da trisball finanziato con il Credito sportivo: esperimento decisamente riuscito visto il successo.

Al sindaco uscente abbiamo sottoposto le 10 domande della nostra inchiesta per conoscere meglio il paese e la sua personale esperienza.

 

1) Cosa lascia in eredità al suo successore?

Nonostante le difficoltà, lascio un comune sano economicamente. Siamo sempre riusciti a pagare lavori e fornitori nei 60/90 giorni canonici. Non ci sono debiti, fatte salve eventuali vertenze in corso. Anzano ha un comune tranquillo e solido dal punto di vista economico.

 

2) Quali i problemi irrisolti e che richiedono urgentemente ancora una risposta?

Ci sono tanti piccoli problemi, ma non sono stati dimenticati. Tutto ciò che non ha avuto soluzione finora, non è escluso la trovi nel breve. Risolvere tutto positivamente è impossibile ma non dimenticarsi che ci sono dei problemi può nel tempo portare a trovare soluzioni. Non ci sono priorità particolari ma servirebbero piccoli rimedi in tanti campi: dalla viabilità ai servizi sociali, fino all’organizzazione delle strutture, passando per le manutenzione.

 

3) C’è qualcosa che aveva promesso nel programma elettorale e che non è riuscito a mantenere?

Ci sono opere che non siamo riusciti a realizzare, non per mancanza di volontà ma per i vincoli di spesa cui siamo stati assoggettati dalle normative nazionali ed europee. Queste opere sono state rinviate a quando sarà possibile. Per esempio la ristrutturazione del palazzo municipale: l’intento è renderlo più fruibile, soprattutto alle persone anziane e con disabilità, e rendere più funzionale la struttura degli uffici.

 

4) Di cosa si pente in questo suo quinquennio da sindaco?

Il dubbio fa parte della mia indole. E’ all’ordine del giorno. Si passano settimane a pensare a come non aumentare le tasse. Ci vogliono impegno e concentrazione e far quadrare i bilanci ed evitare di chiedere soldi alle famiglie e alle aziende richiede tempo. Un’opera in meno ma nessun aumento. Chiaro che poi si trascura qualcosa: potevamo fare di più per i giovani e sotto l’aspetto culturale per esempio: qualche manifestazione o evento in più.

 

5) Qual è la cosa che ha fatto in questo mandato di cui va più orgoglioso?

Sono molto sereno su tutto l’operato pertanto non c’è qualcosa che prevale. Qualsiasi opera e iniziativa è stata fatta con attenzione alle esigenze della comunità. Penso però che quelle più utili siano state la messa in sicurezza delle strade, i marciapiedi e gli attraversamenti pedonali per poter garantire ai cittadini maggior sicurezza. Penso per esempio al semaforo nei pressi della scuola, della posta e dell’ambulatorio comunale.

 

6) Come ha vissuto i rapporti con le minoranze?

Sono sempre stati molto sereni, nel rispetto dei ruoli. La minoranza ha svolto il suo lavoro con onestà e serietà.

 

7) Qual è il ricordo più bello di questi 5 anni?

Cinque anni sono tanti e l’ultimo cancella sempre i precedenti. Mi vengono in mente due episodi del 2013. La cerimonia con la consegna della cittadinanza onoraria a Don Martino Luigi Colombo, parroco del paese per 40 anni. E’ stato invitato per una funzione religiosa e, al termine, gli abbiamo comunicato la decisione del Consiglio comunale di regalargli una pergamena con la cittadinanza. E poi la visita di tutti i bimbi della scuola materna in municipio per conoscere il sindaco e la “macchina comunale”.

 

8) C’è qualche consiglio che si sente di dare al suo eventuale successore?

Consiglio di mantenere sempre il contatto umano con la cittadinanza, le associazioni e coloro che collaborano alla vita del paese. La gente ha bisogno, soprattutto ora, di sfogarsi e confrontarsi. Occorre saper ascoltare. Il problema principale ora in paese è il lavoro sia per i giovani che per chi l’ha perso e deve ricollocarsi. E’ dura vedere giovani preparati e con la voglia di fare che non hanno sbocchi per il futuro. Un sindaco però non può fare molto per loro, al di là del tenere contatti con le realtà produttive del paese e sapere se ci sono esigenze di un certo tipo.

 

9) Si dia un voto per questo mandato

Mi darei un 7 perché penso di essere sempre disponibile al contatto con la cittadinanza in qualsiasi luogo e occasione. Fare il sindaco è stata un’esperienza molto bella, sono nato e vivo ad Anzano. Mi sono sentito sempre molto coinvolto. La passione per l’amministrazione è nata con gli anni: ho fatto 10 anni da consigliere, 10 da assessore e vicesindaco e 5 da sindaco. E’ una grande possibilità di arricchimento personale.

 

10) Si ricandida?

Siamo al lavoro. La lista civica “Insieme per Anzano” si presenterà al 100%. Per quanto riguarda la mia candidatura, invece, ancora non si sa. Oggi siamo al 50% ma solo per motivi personali.