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“Salve” le carrozzerie: garantita la liberalizzazione

Admin Altreforme 12 Febbraio 2014

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CarrozzerieERBA – Le nuove istruzioni su Rc Auto contenute nel decreto “Destinazione Italia” entrato in vigore lo scorso dicembre prevedono delle novità per le vertenze legate ai sinistri stradali. Il Governo ha stralciato l’articolo 8, che avrebbe comportato il rischio di rendere obbligatorio il risarcimento “in forma specifica”, ossia il fatto di dover riparare il veicolo incidentato, esclusivamente presso le officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione. Inoltre il decreto prevedeva la facoltà per l’assicurazione di stabilire che, all’atto della stipula del contratto ed in occasione delle scadenze successive, il diritto al risarcimento dei danni non sia cedibile a terzi senza il consenso dell’assicuratore tenuto al risarcimento.

Misure che non hanno convinto la categoria, tantomeno Regione Lombardia, che martedì 11 febbraio ha votato in aula una mozione contro il decreto. Firmataria del documento anche la consigliera erbese Daniela Maroni: “L’eventuale conversione del decreto – ha precisato nel suo intervento in aula – avrebbe significato mettere in ginocchio moltissime delle 3.607 carrozzerie attualmente registrate in Lombardia. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, in cui il lavoro costituisce un elemento imprescindibile per il sostentamento dei nostri cittadini, favorire la lobby delle assicurazioni avrebbe reso la situazione ancora più complicata, con tutte le conseguenze economiche e sociali che ne sarebbero potute derivare”.

Di qui un giudizio netto: “La mia esposizione in aula ha una funzione di rafforzativo. Il provvedimento sarebbe stato assurdo perché non avrebbe stimolato la liberalizzazione, e invece favorito gli esercizi convenzionati con le assicurazioni, comportando l’esclusione dal mercato per migliaia di imprenditori artigiani che, nella propria indipendenza, hanno individuato una precisa scelta strategica”. Fa infine notare, l’esponente della civica Maroni Presidente, che “ad andarci di mezzo, prima ancora dei carrozzieri sarebbero stati i cittadini, che vengono privati del diritto di scegliere da chi vogliono far riparare la propria auto”.