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Maroni: “Fermare l’esodo delle imprese italiane in Svizzera”

Admin Altreforme 8 Ottobre 2013

Economia/Lavoro, Erba

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Esodo in Svizzera delle aziende italiane - mozione della Maroni - ottobre 2013MILANO – La Lombardia vuole una riduzione del carico fiscale, vuole venire incontro alle sue imprese in gravi difficoltà. Soprattutto a quelle posizionate nelle province al confine con la Svizzera, Paese che, grazie a una fiscalità decisamente inferiore e a procedure burocratiche snelle, sta esercitando una forte attrattività sugli imprenditori di Como, Varese e Sondrio. Per contrastare quello che sta divenendo un vero e proprio esodo, il Consiglio regionale discuterà una mozione che chiede l’inserimento della Lombardia nelle “Zone a burocrazia zero”.

Daniela Maroni, consigliere regionale erbese, e Alessandro Fermi, consigliere regionale albavillese, sottoscrivono la mozione.

“Gli imprenditori lombardi sono esasperati da una burocrazia e da una tassazione che impedisce la ripresa economica e non permette una visione positiva del futuro. Per questo motivo guardano con favore all’alternativa offerta dalla Svizzera, rischiando però di innescare una pericolosa fuoriuscita di capitale umano e d’investimento”, interviene la Maroni, consigliere segretario della lista civica Maroni Presidente, firmataria del documento politico. Il patrimonio umano e di capitale che rischia di fuggire va mantenuto entro i confini nazionali secondo la Maroni: “Dobbiamo definire delle zone franche, nelle province di Como, Varese e Sondrio, solo così da una parte si permetterebbe la permanenza delle sedi per le imprese in affanno, e dall’altra si fornirebbe un incentivo per le start up, per le iniziative dei nostri giovani”. Nel dettaglio, si chiede una “documentazione” più veloce, 30 giorni per avviare e portare a termine gli adempimenti amministrativi, oltre alla concessione di tributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate in queste zone. “E’ giusto che anche in Lombardia, e soprattutto qui – conclude la consigliera erbese – le imprese abbiano le stesse possibilità di altre Regioni: l’accesso a una burocrazia veloce e l’attivazione di strumenti che permettano all’imprenditore di riavere coraggio e determinazione per “fare impresa” ed essere motore di una ripresa che metta al primo posto l’occupazione e la dignità delle persone”.

“Basta con il pendolarismo imprenditoriale – dice Fermi, consigliere regionale comasco del Popolo della Libertà – Forza Italia – Serve un aiuto concreto per le nostre aziende, un argine alla delocalizzazione. Dalla Regione arriva un segnale concreto di cambiamento. Con questo intervento, infatti, andiamo, da un lato ad accorciare entro i 30 giorni, con il meccanismo del silenzio – assenso, la tempistica riguardante i procedimenti riguardanti  le imprese, e contestualmente andiamo a regolamentare i rapporti con le aree di confine del Canton Ticino e dei Grigioni e prevediamo la concessione di tributi  diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a burocrazia zero, così da mettere un freno definitivo all’esodo delle nostre aziende verso la Confederazione Elvetica”.