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Oasi di Baggero: in acqua l’inquinante organico di una ditta

Admin Altreforme 27 Gennaio 2014

Cronaca, Merone

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Oasi di Baggero inquinamento gennaio 2014 (1)

MERONE – Non si tratta di idrocarburi o petrolio ma di materiale organico tracimato da una vasca di compostaggio. È questo l’esito delle indagini condotte, in tempi decisamente record, in seguito all’allarme lanciato nel pomeriggio di lunedì 27 gennaio dai volontari del Val che hanno notato una colorazione giallo-marrone dell’acqua delle oasi di Baggero (vedi articolo).

L’ingente quantità di materiale organico che ha colorato l’acqua è dannosa per l’ambiente perché crea un processo di atrofizzazione, causando problemi alla fauna locale.

Il problema di lunedì si è verificato più a monte dal Cavolto, nelle roggia Durini. Secondo le prime analisi, si tratta di uno sversamento di natura organica riconducibile dall’esondazione di una vasca di compostaggio di una ditta della zona. Lo sversamento sarebbe avvenuto a causa della tracimazione di una vasca che ha poi scaricato parte del materiale organico in un pozzetto per la raccolta delle acque meteorologiche collocato nel piazzale dell’insediamento produttivo. Il materiale inquinante ha poi raggiunto, attraverso il sistema fognario, la vicina roggia. Le prime analisi hanno escluso che si tratti di idrocarburi o petrolio.

Nel pomeriggio di lunedì è stato immediato l’intervento dei tecnici del Parco della Valle del Lambro che hanno supportato nelle operazioni i Vigili del fuoco di Erba, i Carabinieri di Lurago D’Erba, la Polizia Provinciale di Como e i tecnici dell’Arpa.

Bisogna tornare indietro di 28 mesi (4 ottobre 2011) per ricordare un episodio simile. L’oasi di Baggero era allora stata colpita da un inquinante che ha immesso nell’area naturale tutelata dal Parco della Valle del Lambro tre metri cubi di detergente, che si erano riversati nella roggia Cavolto, nei laghi dell’oasi e nel Lambro. Si trattava di un atto vandalico. Presso la Sadi Christeyns in via Valassina a Lurago d’Erba, un deposito di detersivi e prodotti detergenti, erano infatti state squarciate, con tre buchi effettuati con un trapano con una punta del diametro di 10 millimetri, tre cisterne che contenevano detersivo per piatti.

«Non è più tollerabile che chi svolge attività potenzialmente pericolose per l’ecosistema, soprattutto (ma non solo) se si trova dentro o nelle vicinanze di un Parco, non adotti tutte le precauzioni, tra l’altro, imposte dalla Legge. È necessario effettuare controlli più stringenti su questo particolare settore – ha spiegato Eleonora Frigerio presidente del Parco della Valle del Lambro – Non è la primo caso di questo tipo che si verifica in quest’area. A questo proposito proporrò a Regione Lombardia che, dopo due casi significativi di inquinamento, la roggia Durini diventi un progetto pilota di riqualificazione fluviale che risolva all’origine, nella zona industriale, non solo i problemi di inquinamento sporadico ma anche quello continuo e diffuso. Un atto che rimarca come spesso incidenti di questo genere possano minare il delicato ecosistema del Parco a causa di una mancanza di attenzione verso la tutela dell’ambiente. In questa occasione non si tratta di idrocarburi ma anche la presenza di materiale organico in alte concentrazioni è dannoso per l’ambiente perché innesca un processo di atrofizzazione dell’acqua togliendo ossigeno alla fauna del sistema idrico del fiume Lambro».