
ERBA – “Il nostro intento, più volte dichiarato, era quello di proporre all’amministrazione un progetto alternativo per bypassare il passaggio a livello di Corso XXV Aprile, problema annoso per la città non ancora risolto. Lo scopo di questa mozione era valutare e ragionare insieme la proposta. Sentiti i diversi pareri, per lo più contrari, non abbiamo interesse a metterla al voto, pertanto la ritiriamo“.
Si è conclusa così la discussione sulla mozione ‘Progetto chiusura passaggio a livello di Corso XXV Aprile’ presentata dai gruppi di minoranza Erba Primaditutto e Fratelli d’Italia in consiglio comunale lunedì sera. Il tema era stato trattato anche in commissione territorio, convocata poco prima della seduta consiliare. Dopo un’ora di discussione in aula il capogruppo di Erba Primaditutto Anna Proserpio ha annunciato il ritiro della mozione.
La questione riguarda come noto l’annoso problema del passaggio a livello in centro città: nel 2016 il Comune di Erba aveva ricevuto da Regione Lombardia 4 milioni di euro per la sua rimozione. Il progetto redatto dall’amministrazione Tili, che prevedeva la realizzazione di un sottopasso e di un ponte sul fiume Lambro, era però stato ‘bocciato’ dall’attuale sindaco Veronica Airoldi dopo un tavolo di confronto con gli uffici tecnici in Regione: troppo elevato il costo dell’intervento, 10 milione di euro complessivi incluso il trasferimento del deposito di Trenord in via Zappa. La proposta, più ‘terra a terra’, ragionata dall’amministrazione Airoldi, era quella di realizzare un sovrappasso ma ad oggi, come più volte ribadito dal sindaco, l’iter è ancora in fase di studio.
Si arriva quindi allo scorso febbraio quando dalla minoranza (Erba Primaditutto e Fratelli d’Italia) arriva una controproposta: un’ipotesi progettuale redatta e firmata dall’architetto Paolo Farano, oggi consigliere di minoranza del gruppo Erba Primaditutto, che prevede un sottopasso unico, sia veicolare che pedonale, per superare il passaggio a livello di Corso XXV Aprile.
La proposta, integrata con appositi calcoli e ‘proiezioni’ è approdata infine prima in Commissione Territorio e poi, come mozione, in consiglio comunale lunedì sera.
E’ stato lo stesso Farano ad illustrare al consiglio il progetto con tanto di ipotesi di percorsi alternativi per i bus e i mezzi di soccorso. “Questa variante – ha spiegato – parte dalla considerazione che il sovrappasso pensato dall’amministrazione sia uno scempio per la città: il cavalcavia si alzerebbe dal parcheggio dell’Iperal con un effetto a nostro parere molto impattante, dubitiamo anche che possa essere approvato dalla Soprintendenza di Milano. Inoltre il cavalcavia passerebbe davanti a due condomini, proprio all’altezza dei primi piani, causando immaginiamo notevole disagio per gli abitanti costretti a respirare i gas di scarico dei mezzi pesanti. La nostra ipotesi vuole essere di veduta più moderna, abbellirebbe anche l’ingresso della città e per quanto riguarda i costi, non si discosterebbero molto dai 2,6 milioni inizialmente preventivati per il sottopasso nel progetto dell’amministrazione Tili del 2015” ha concluso.

Dubbi e perplessità sono stati espressi dalla maggioranza. L’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Vanetti ha definito la proposta dell’architetto Farano “sicuramente meritevole di attenzione” ma di non facile realizzazione, per una serie di motivi: “La ‘canna’ che passerebbe sotto il passaggio a livello creerebbe inevitabilmente problemi di innesto anche per le attività commerciali poste all’inizio del Corso XXV Aprile – ha detto – ma la cosa che più mi preoccupa, in realtà, è che realizzare un lavoro del genere nel sottosuolo implica che quello che ci troviamo sotto, in primis rete idraulica e gas, andranno spostati da un’altra parte. Un’operazione non facile e sicuramente onerosa. Da tenere poi conto è il regolamento di invarianza idraulica e idrologica valido in Regione Lombardia e recentemente aggiornato. Vicino al passaggio a livello c’è il fiume Lambro e con gli scavi potrebbe verificarsi l’innalzamento della quota della falda che creerebbe diversi problemi. Complessivamente, sentito anche il parere dei nostri tecnici, ci troveremmo di fronte ad un aumento dei costi di oltre il 100% rispetto ad un progetto tradizionale senza parlare del tempo di cantierizzazione che non sarebbe inferiore agli 8-10 mesi con anche il blocco del traffico ferroviario da tenere in considerazione”.
Al termine della discussione i firmatari della mozione hanno deciso di ritirarla senza votarla. “Questo voleva essere un suggerimento per risolvere un annoso problema per cui non c’è ancora un progetto pronto – ha detto Farano – Anche in un’ottica di una modernizzazione della città poteva essere un bel progetto, ci dispiace che la maggioranza non sia propensa ad approfondirlo. Si parla tanto di riqualifica di Erba ma noi dell’opposizione non vediamo nulla” ha concluso.