Como, Erba

La michetta meno cara? E’ quella comasca

Lorenzo Colombo 8 Novembre 2013

Attualità, Como, Economia/Lavoro, Erba

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michetteCOMO – Le michette comasche sono le più convenienti della Lombardia. A dirlo una rivelazione effettuata da Coldiretti e che evidenzia che Como è la provincia che registra la maggior convenienza nell’acquisto di uno dei pani simbolo della Lombardia, con rilevazioni comprese in una forbice fra 3 euro e 3,20 euro. In buona posizione anche Lecco (3,30-3,40 euro) e Cremona (3,12-3,50 euro).

La città più cara? Secondo i dati di Coldiretti Lombardia non è il capoluogo Milano, sono bensì Monza e Lodi ad aggiudicarsi il record dei prezzi per uno dei pani simbolo della Lombardia, rispettivamente con 5,20 e 4,40 euro al chilo, contro una media regionale che oscilla da un minimo di 3,50 a un massimo di 3,80 euro al chilo.

Brescia viaggia invece fra i 3,90 e i 4,10 euro, mentre nel capoluogo lombardo si resta fra i 3,50 e i 4 euro al chilo. La città più conveniente per le michette è quindi Como. Nella fascia intermedia troviamo Pavia, Mantova, Varese, Sondrio e Bergamo.

“Il pane – affermano Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni, presidente e direttore di Coldiretti Como-Lecco – resta un alimento ad alto valore simbolico: la gente cerca sempre più un prodotto di qualità realizzato con materie prime italiane (come per i pani tradizionali Dop e Igp), anche se il cambiamento delle abitudini e la crisi economica hanno ridotto le quantità consumate, ormai al minimo storico negli ultimi 150 anni”.

In Lombardia, secondo le stime di Coldiretti, la spesa delle famiglie per il pane sfiora i 900 milioni di euro, senza considerare ovviamente altri prodotti come, ad esempio, crackers, focacce, schiacciatine o grissini. Per quanto riguarda poi la composizione del prezzo, ipotizzando una media al dettaglio di 3 euro al chilo, il valore del frumento, pari a circa 23 centesimi, incide per meno dell’8 per cento e considerando la farina non si arriva al 13 per cento, sono invece altre voci a pesare: costo dei locali, dei macchinari, del personale, delle tasse e dell’energia.

Nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno, ma da allora si è verificato una progressiva diminuzione e oggi si è scesi a meno di un etto a persona al giorno contro i 145 grammi acquistati nel 2007 e i 230 grammi del 1980.