Sanità Lombarda, la discussa Riforma è stata approvata. I punti salienti

viviana 1 Dicembre 2021

Politica, Sanità

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MILANO – E’ stata approvata la Riforma Sanitaria della Regione Lombardia dopo settimane di dibattito in Consiglio Regionale tra le forze di maggioranza e opposizione. Ecco cosa prevede:

Reti di prossimità

L’individuazione e la conseguente realizzazione degli Ospedali di Comunità e delle Case della Comunità consentirà di potenziare l’offerta sanitaria territoriale, la continuità assistenziale ospedale-territorio e di permettere ai cittadini di fruire dei servizi con una maggiore prossimità.

Saranno istituiti degli Ambulatori Sociosanitari Territoriali che saranno la casa dei medici di famiglia riuniti in rete e/o cooperativa che potranno effettuare prestazioni e esami diagnostici a bassa intensità. In questo modo mitighiamo l’affollamento delle agende degli ospedali e miglioriamo l’appropriatezza clinica.

Pandemia e Malattie infettive

Viene istituito il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive a supporto della gestione delle emergenze epidemiche e pandemiche – nella logica del principio One Health – come ente controllato dall’amministrazione regionale. Quindi, è istituito il Piano pandemico regionale che, in ossequio a quello nazionale, declina l’azione operativa a livello locale.

Prevenzione e salute mentale

L’esperienza pandemica ha evidenziato quanto sia fondamentale potenziare la prevenzione e il comparto della salute mentale. Vengono, pertanto, potenziati i Dipartimenti di prevenzione e di salute mentale, costituiti quali articolazioni delle ASST. I dipartimenti di prevenzione sanitaria hanno funzioni di governo ed erogazione delle prestazioni per la tutela della salute della popolazione, mentre i dipartimenti di salute mentale gestiscono la domanda connessa alla cura, all’assistenza e alla tutela della salute mentale nell’ambito del territorio di riferimento.

Distretti

A livello organizzativo, per rafforzare il collegamento fra rete d’offerta e territorio, vengono istituiti i distretti (uno ogni 100.000 abitanti, uno ogni 20.000 abitanti nelle aree montane e nelle aree a scarsa densità abitativa), anch’essi costituiti quali articolazioni delle ASST, con funzioni di governo ed erogazione delle prestazioni distrettuali, prevedendo un adeguato coinvolgimento dei sindaci e degli enti locali.

Quale figura direttiva del distretto può essere nominato anche un medico di medicina generale con almeno 10 anni di esperienza al fine di favorire una reale cooperazione e integrazione della medicina di famiglia con l’offerta erogativa delle aziende sanitarie. Il distretto è, inoltre, il luogo di confronto con i sindaci e gli amministratori locali che sono coinvolti nelle scelte programmatiche in ambito sanitario, sociosanitario e sociale attraverso l’espressione di un parere obbligatorio.

Cure primarie

La legge approvata assegna alle Asst l’attuazione degli atti di indirizzo, di pianificazione e di programmazione regionali con le connesse attività di programmazione ed organizzazione dei servizi a livello locale, sulla base della popolazione di riferimento, mentre attribuisce alla Regione la funzione di accreditamento istituzionale delle strutture pubbliche, private e dei professionisti che ne facciano richiesta.

I controlli sono effettuati dalla Regione, tramite l’Agenzia di controllo (ACSS), in seguito alle assegnazioni delle funzioni di vigilanza e controllo degli erogatori privati accreditati di valenza regionale o extraregionale con cui la Regione ha stipulato gli accordi contrattuali.

Volontariato e Terzo Settore

Ampia rilevanza è stata data anche ai pazienti, alle loro organizzazioni, al volontariato e al terzo settore con lo scopo di collaborare con il personale sanitario, nell’ottica dell’umanizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari e in un’ottica sussidiaria, favorendo momenti di aggregazione ed ascolto delle realtà associative. Le associazioni collaboreranno con la Regione nella definizione del Piani Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA).

Soddisfazione è stata espressa dal Presidente Attilio Fontana:

“Prima della pandemia  con la legge n.23 il mio predecessore aveva già intrapreso un percorso volto a interpretare meglio le esigenze sanitarie dei cittadini lombardi che rispetto al passato, grazie a cure sempre più avanzate e un’aspettativa di vita più lunga, trovavano una risposta nella completa presa in carico di malattie croniche che assorbono la percentuale più alta di visite ed esami”.

Un percorso interrotto dalla carenza di risorse statali, secondo quanto riferito dal presidente:

“Ci è stato richiesto di mettere a punto alcune parti della legge. Ho così incaricato a portare avanti questo grande compito la vice presidente Moratti e il presidente della Commissione Sanità del Consiglio Emanuele Monti, i quali hanno coinvolto tutti gli attori e stakeholder e recepire le loro richieste. Oltre a loro, voglio ringraziare però anche tutti gli interlocutori del mondo sanitario che hanno dato il loro contributo, a partire da Anci, Upl, Cal, i medici di medicina generale, i rappresentanti delle strutture sanitarie pubbliche e private e le associazioni dei pazienti”.

La pandemia ha messo ancora più in evidenza le mancanze del sistema sanitario:

“Grazie a questo grande impegno – ha concluso il presidente – e agli stanziamenti del PNRR, sarà finalmente possibile quel cambio di passo verso una vera assistenza personalizzata dei pazienti lombardi. Questi ultimi due anni hanno reso evidente che la politica dei tagli lineari degli ultimi dieci anni aveva provocato in sanità una serie di effetti negativi. La spesa sanitaria è una buona spesa, un investimento. Si deve proseguire su questa strada e in particolare su una programmazione delle borse specialistiche sanitarie appropriata al fabbisogno

A fare eco al presidente è Letizia Moratti, vice presidente e assessore al welfare che ha ribadito l’importante ruolo dei sindaci e delle associazioni.

Sull’argomento interviene anche la consigliera regionale Gigliola Spelzini che rimarca la necessità di un centro di prevenzione delle malattie infettive.

Meno soddisfatto il Partito Democratico, il segretario regionale Vinicio Paluffo infatti parla di voto scontato.

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