Riforma sanitaria, in Regione salta il numero legale. Opposizione all’attacco

Caterina Franci 29 Novembre 2021

Attualità, Politica, Sanità

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MILANO – “Tre settimane di discussione sulla sanità lombarda finiscono, nella prima seduta domenicale della storia del consiglio regionale, con la mancanza del numero legale per l’assenza del centrodestra. Non è una bella immagine per i cittadini lombardi che guardano all’Aula consiliare con la speranza di vedere risolti i loro problemi quotidiani con la sanità lombarda” è il commento di Raffaele Straniero, consigliere regionale del Pd, al termine della quattordicesima giornata di discussione generale sulla riforma sanitaria firmata dal presidente Fontana e dalla vicepresidente Moratti.

Da oggi, lunedì 29 novembre, saranno in votazione i quasi 2mila emendamenti e i 7mila ordini del giorno.

“Abbiamo parlato per giorni, spesso davanti ai banchi della maggioranza ostentatamente vuoti, tranne alcune lodevoli eccezioni, e abbiamo illustrato, come promesso, tutte le nostre proposte alternative al sistema sanitario lombardo del centrodestra, portando nell’Aula del consiglio regionale i problemi dei cittadini – continua Straniero –. È paradossale che tra gli ultimi interventi, tra i pochissimi della maggioranza, ci sia stato quello dell’ex assessore Gallera, ripiegato nella difesa di un sistema dei cui problemi lui stesso è stato vittima”.

Da lunedì si inizierà a votare e “vedremo quali delle nostre proposte avranno convinto almeno una parte dei consiglieri di maggioranza. A giudicare da quanto abbiamo visto fin qui, però, non c’è alcuna intenzione di modificare un modello sanitario che non ha funzionato e di cercare di rivedere un’impostazione che noi e i cittadini lombardi, vista la quantità di testimonianze che abbiamo ricevuto, giudichiamo fallimentare”.

Proteste fuori dal Pirellone

“L’assenza ingiustificata del centrodestra, che ha causato la sospensione dei lavori per assenza del numero legale, ci ha portato in piazza dove, insieme ai cittadini, abbiamo proseguito nella nostra battaglia in difesa della salute di tutti i lombardi”. Lo ha detto Massimo De Rosa del Movimento Cinque Stelle che ha organizzato un presidio all’esterno del Pirellone.

“Abbiamo acceso le fiaccole perché la luce sul disastro che questa (NON)riforma rappresenta per la sanità lombarda deve restare accesa. Abbiamo anche srotolato uno striscione di venti metri, che rappresenta simbolicamente le infinte liste d’attesa della sanità pubblica lombarda” ha aggiunto De Rosa.

“Nulla è stato affrontato in relazione alle liste di attesa, alla sanità di territorio, al rapporto sbilanciato tra privato e pubblico e in merito alla prevenzione – prosegue il consigliere Raffaele Erba – In particolare da anni – ancora prima dello scoppio dell’emergenza pandemica legata al Covid – il problema delle liste d’attesa infinite era evidenziata dai molti report che descrivevano una realtà già critica già nel 2017 e nel 2018 con il raddoppio dei tempi di attesa di molte prestazioni sanitarie.

Consiglieri M5S espulsi dall’Aula

I consiglieri del gruppo del MoVimento 5 Stelle, che secondo i portavoce non avrebbero avuto la possibilità di discutere modifiche importanti, sono stati espulsi dall’aula dopo aver protestato per la decisione troppo restrittiva della maggioranza per aver applicato una tagliola sostanziale a 3.500 Ordini del Giorno.

Raffaele Erba, consigliere M5s tra gli espulsi dall’aula dichiara:

“Oggi è stata scritta una pagina nera per il Consiglio Regionale della Lombardia proprio mentre si stava discutendo della riforma più importante sulla sanità. Dopo una lunga battaglia in aula per difendere i diritti dei cittadini e far emergere tutti i punti deboli della revisione della Legge Sanitaria voluta dalla maggioranza, che non risolve assolutamente il problema delle liste di attesa e rischia di rendere accessibili rapide cure solo ai più ricchi, sono stati eliminati molti degli atti di modifica che avevamo presentato per correggere questa pericolosa riforma”.

Erba sottolinea le ragioni della protesta:

“A seguito del pesante stralcio dei nostri atti, abbiamo protestato perché di fatto ci sono stati sottratti gli unici strumenti democratici che avevamo a disposizione per apporre modifiche urgenti e necessarie alla nuova Legge Sanitaria. Abbiamo trovato un muro soprattutto sui temi delle liste di attesa, della prevenzione, del riequilibrio del rapporto tra pubblico e privato e del miglioramento della sanità territoriale. Un atteggiamento inaccettabile che ha sollevato le nostre proteste: da qui è nata l’espulsione che ci ha privato della possibilità di esercitare il ruolo fondamentale della minoranza nell’ambito di un dibattito democratico”.