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Scuola, 32 alunni in 3^ geometri: i genitori protestano scrivendo a Renzi

Admin Altreforme 24 Settembre 2015

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ERBA – 32 alunni in una classe. 34 persone in totale, se si considerano anche l’insegnante di sostegno necessario per un ragazzo con disabilità e il professore che tiene la lezione. Questa la difficile realtà scolastica che si trovano a fronteggiare dal 14 settembre gli studenti di terza geometri dell’istituto “Romagnosi” di Erba.

Una condizione “scomoda”, per usare un termine che calza perfettamente alla situazione. “I ragazzi sono seduti su banchi tutti attaccati e gli ultimi distano dal muro 50 centimetri – spiega Simona Fumagalli, vice presidente di Agero, l’Associazione genitori dell’istituto – Se uno studente si deve alzare per uscire dal banco deve stare attento a non cadere e tutta la fila si deve alzare per farlo passare”. Per non parlare del disegno, materia principe per una classe di geometri. “Impossibile riuscire a usare gli strumenti. Dovranno recarsi in aula magna per svolgere queste lezioni“. Una difficoltà non indifferente, quindi, che la scuola e i genitori stano cercando di affrontare utilizzando tutti i mezzi a disposizione. Scrivere al Provveditorato agli studi e alla Regone, per prima cosa.

“La lettera è partita il 19 settembre, dopo una riunione che abbiamo avuto tra noi genitori e alcuni professori in cui noi stessi ci siamo seduti tra i banchi (come mostra la foto, ndr). Vorrei sottolineare che la scuola ci sta sostenendo in ogni modo e si sta prodigando per cercare di trovare soluzione alternative, ma l’unica che potrebbe portare a una vera soluzione è quella di tornare a dividere la classe in due gruppi”. Il “sovraffollamento” è infatti dovuto alla fusione di due seconde. “In realtà avrebbero dovuto essere in 34 in classe, ma due studenti sono stati rifiutati e questo spiace – prosegue la Fumagalli – Se davvero si vuole investire sulla scuola, non è certo questa la strada, sia per una questione di sicurezza, sia perché gli spazi attualmente a disposizione rendono difficoltosa se non oggettivamente impossibile la convivenza di 32 ragazzi costretti per ore a stare seduti a stretto contatto uno con l’altro senza possibilità di muoversi. Si era parlato di “classi pollaio”, di cui questa è un esempio eclatante, me sembrava che la “Buona scuola” dovesse porre fine a queste assurdità”.

Per questo, come ultima carta, i genitori hanno inviato la loro missiva anche al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Ben sapendo quanto Lei si sia adoperato e tuttora continui ad impegnarsi per una “buona scuola” – hanno scritto nella lettera attraverso cui si sono rivolti direttamente a lui – Stiamo percorrendo ogni strada possibile perrché vogliamo dare ai ragazzi la possibilità di studiare in condizioni più adeguate. Un’operazione di fusione di questo tipo è da ricondurre unicamente a discutibili criteri di risparmio. Siamo i primi ad essere convinti che bisogna tirare la cinghia ed evitare sprechi, ma riteniamo che sia piuttosto squallido farlo a spese di un servizio necessario e sul campo come una classe di scuola superiore, a spese di adolescenti e famiglie e letteralmente ignorando i fondamentali della civiltà oltreché, se ci permettete, del buon senso”.