Merone

Pietro Brindisi, sindaco di Merone per 10 anni, lascia senza rammarico

Admin Altreforme 13 Aprile 2014

Merone, Politica

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Pietro Brindisi sindaco uscente Merone

MERONE – Finirà a maggio l’esperienza da primo cittadino di Pietro Brindisi. Per lui il terzo mandato non ci sarà sicuramente visto che Merone conta più di 3 mila abitanti. Questo però non dispiace al sindaco, soddisfatto di quanto fatto finora e amareggiato dall’incertezza in cui oggi i primi cittadini sono costretti ad amministrare. 

Abbiamo quindi chiesto al sindaco di Merone di tracciare un bilancio della sua esperienza sottoponendogli le 10 domande della nostra inchiesta.

 

1) Cosa lascia in eredità al suo successore?

Un bell’impegno, sia dal punto di vista concreto che sotto l’aspetto morale. Amministrare il comune con le nuove leggi non è facile per nessuno.

 

2) Quali i problemi irrisolti e che richiedono urgentemente ancora una risposta?

Il patto di stabilità ha imposto nuovi sacrifici, sia alle aziende che alle famiglie, per reperire il denaro che taglia lo Stato. Ci sono progetti rimasti sulla carta, nonostante siano già stati approvati e finanziati: per esempio la biblioteca (650 mila euro), il completamento del marciapiedi (150 mila euro), la sistemazione degli scolmatori (180 mila euro). Tutte opere che, se si sbloccasse il patto, si potrebbero realizzare subito.

 

3) C’è qualcosa che aveva promesso nel programma elettorale e che non è riuscito a mantenere?

La realizzazione di un centro polifunzionale. Non è stato concretizzato perchè si sono fatte scelte diverse. Lo si era accantonato perchè si era invece deciso di puntare sul progetto di rifacimento della piazza della chiesa parrocchiale dei santi Giacomo e Filippo ma non c’è stata disponibilità della curia. E alla fine non è stato fatto né l’uno né l’altro.

 

4) Di cosa si pente in questo suo quinquennio da sindaco?

Di non essere riuscito a far familiarizzare i dipendenti comunali. Prima di diventare sindaco vedevo il comune come una grande famiglia. Non sono riuscito a raggiungere lo scopo. Non so se ho mancato io o se il pregresso ha influito sul clima però mi dispiace che sia andata così, pensavo si potesse fare.

 

5) Qual è la cosa che ha fatto in questo mandato di cui va più orgoglioso?

Sono orgoglioso del bel rapporto che si è instaurato con la scuola e in particolare con i bambini. Li ricevo tradizionalmente al quinto anno di elementari e mi pongono tante domande interessanti. E poi mi salutano per strada quando mi vedono. Tra le curiosità che ricordo ci sono un paio di domande: “Cosa farà dopo?” (“Mi dedicherò ai nipoti e all’orto”) e “Come mai ha deciso di fare il sindaco?” (“Perchè la gente ha avuto fiducia nella mia disponibilità”).

 

6) Come ha vissuto i rapporti con le minoranze?

I primi 5 anni ho avuto rapporti conflittuali con l’unica minoranza che sedeva in Consiglio. Nei cinque anni successivi, invece, i rapporti con le due minoranze sono stati più sciolti e più tranquilli. C’è stata disponibilità al dialogo da entrambe le parti. A volte sono arrivate le critiche, ma sono state anche costruttive, tanto è vero che una delle due minoranze confluirà in un’unica lista con la maggioranza alle prossime elezioni.

 

7) Qual è il ricordo più bello di questi 5 anni?

Ce ne sono tanti. Mi piace ricordare la festa del 25 aprile perché fa rivivere il passato e i valori dello Stato. Ricordo però con piacere anche i momenti di celebrazione dei matrimoni: sono stati ben 57 in 10 anni. E’ sempre una grande emozione. Alcune coppie scelgono Merone anche se non sono residenti in paese (6 coppie su 57).

 

8) C’è qualche consiglio che si sente di dare al suo eventuale successore?

Consiglio di confrontarsi con gli avversari nel segno del rispetto e, se possibile, del dialogo. A livello pratico, consiglio di portare avanti il discorso della realizzazione della piazza davanti alla chiesa poiché Merone non ha un centro aggregativo.

 

9) Si dia un voto per questo mandato

Non me la sento. Preferisco sia la gente a darmelo, stante che si può sempre fare di più e meglio.

 

10) Si ricandida?

No. Non potrei comunque fare il sindaco ma anche per continuare mi sento anziano e stanco. Un anno fa, forse, mi sarebbe piaciuto avere la possibilità di un terzo mandato, ora no. Sono cambiate troppe cose: troppi tagli e incertezze normative. Ringrazio però tutti i componenti della mia squadra, i consiglieri comunali e i dipendenti. Grazie anche a mia moglie che mi ha sopportato in tutti questi anni.