Moto in montagna? Il progetto di legge non passa

Admin Altreforme 8 Aprile 2014

Politica

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Proposta di legge moto in montagnaMILANO – Il progetto di legge relativo al traffico motorizzato su sentieri, mulattiere, pascoli e boschi non passa in Consiglio regionale. Il testo aveva acceso alcune discussioni tanto che il Club Alpino Italiano aveva promosso una petizione (vedi articolo). La legge torna quindi in commissione ma “solo per chiarire il testo a chi non l’ha ancora capito – chiarisce il consigliere albavillese Alessandro Fermi – Non c’è nessuna liberalizzazione per le moto in montagna, è una lettura ideologica degli ambientalisti”.

“Questo progetto di legge è stato ampiamente discusso ed è stato votato da tutta la maggioranza in Commissione. Non credo che presenti alcun profilo di anticostituzionalità, come paventato invece dalle opposizioni. Ho però appoggiato la proposta della Giunta di approfondire ulteriormente il testo, solo per specificare meglio quella parte che ha scatenato una errata interpretazione di alcune associazioni ambientaliste e perché sia definitivamente chiaro a tutti che il PDL 124 non liberalizza in alcun modo la circolazione dei mezzi motorizzati sui sentieri e le strade di montagna”.

Il consigliere regionale di Forza Italia Fermi, presidente dell’VIII Commissione Agricoltura, è il relatore del progetto di legge di modifica del Testo unico del 2008 in materia di agricoltura, foreste e sviluppo rurale, sul quale martedì il Consiglio regionale ha rinviato il voto, calendarizzandolo per il mese di giugno.

“La pregiudiziale di costituzionalità presentata dal PD e sostenuta dai grillini non ha alcun fondamento – spiega Fermi – O è incostituzionale tutto il Testo unico vigente da sei anni, o non può esserlo una legge che interviene solo a correzione di materie già disciplinate all’epoca. Solo una fantasiosa interpretazione del testo potrebbe sostenere il contrario. Ma tant’è. Ho accettato di riportarlo in Commissione solo per scrivere ancora meglio il passaggio che ha suscitato proteste ideologiche, ma sono convinto che neppure un bambino avrebbe potuto leggerlo in quel modo. La legge non permette di aprire i sentieri di montagna ai mezzi motorizzati, ma dà alle Amministrazioni comunali, che meglio conoscono i loro territori, la possibilità di organizzare manifestazioni motociclistiche di carattere sportivo, in via del tutto provvisoria e limitata. Queste iniziative possono rappresentare un ritorno turistico e un volano economico, per aree altrimenti svantaggiate. Ma vorrei ricordare agli ambientalisti che la legge permette anche il recupero dei terreni abbandonati, altrimenti soggetti a rischio idrogeologico”.

La FMI si è fatta promotrice del Pdl 124 per modificare le norme regionali sulla viabilità agro-silvo-pastorale con il solo intento di facilitare l’organizzazione dell’attività sportiva e amatoriale enduro e trial curata dai motoclub affiliati. “Se si legge la nuova norma senza preconcetti ideologici non si può che trovare una regolamentazione di un’attività che da anni costituisce, in alcuni territori, una tradizione – continua Fermi – con ricadute non solo sportive e ricreative ma anche turistiche. I sindaci, se vorranno, potranno finalmente organizzarle. Io, da ex sindaco, avrei certamente sostenuto l’organizzazione di manifestazioni che avessero consentito un recupero dei sentieri abbandonati a roveti ma finora non c’è nessuna norma che mi desse questa possibilità. Con questa legge finalmente vi sarà“.

“Sono perplesso che il PD abbia presentato questa pregiudiziale appena prima della discussione in aula, ma il fatto che abbia richiesto anche il voto segreto mi lascia supporre che ci fosse da parte loro la speranza che qualche componente della maggioranza potesse aver cambiato idea su una materia che è stata discussa per quattro mesi e che è stata condivisa da tutte le forze che sostengono la Giunta – commenta il consigliere Alessandro Sorte, vice presidente del Gruppo Forza Italia in Regione Lombardia – Il progetto di legge torna in Commissione solo per definirne meglio il testo, ma senza toccarne la sostanza. Nessuna liberalizzazione per i motori in montagna. Semplicemente, diamo ai sindaci e alle loro amministrazioni la possibilità di autorizzare singole manifestazioni sportive. Del resto, chi meglio di loro può decidere cosa risponde agli interessi delle loro comunità?».