COMO – Imposte locali aumentate del 500%. Da un’analisi di Confcommercio Imprese per l’Italia, realizzata in collaborazione con il Cer (Centro Europa Ricerche), emerge che, negli ultimi 20 anni, la spesa corrente delle Amministrazioni centrali è cresciuta del 53%, mentre la spesa di Regioni, Provincie e Comuni è salita del 126% e quella degli enti previdenziali del 127%: il risultato è che la spesa complessiva è raddoppiata. Per fronteggiare questa dinamica, come emerge dallo studio, si è assistito a un’esplosione del gettito derivante dalle imposte a livello locale con un aumento del 500%, a cui si è associato il sostanziale raddoppio a livello centrale. L’incidenza delle addizionali regionali e comunali Irpef è quasi triplicata. Per questo il criterio di calcolo della nuova Tares va immediatamente rivisto. E’ questo l’appello accorato che Confcommercio Como lancia ai sindaci del territorio comasco, che in più di un’occasione hanno mostrato sensibilità verso un problema che rischia di soffocare commercianti e famiglie.
“L’appello è rivolto a tutti gli amministratori locali affinché siano solidali con le imprese comasche – afferma Giansilvio Primavesi, presidente di Confcommercio Como – Considerata la grave crisi economica e la vulnerabilità delle piccole imprese del terziario, ci auguriamo che le Amministrazioni, che in più occasioni hanno manifestato la loro condivisione alle nostre preoccupazioni, possano unirsi all’appello di Confcommercio Como e sappiano impegnarsi nel trovare modalità alternative per recuperare risorse, incidendo in primo luogo sulle voci di spesa e ottimizzando i costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti”.
In diverse occasioni è stato fatto notare da Confcommercio Como che era necessario introdurre sgravi, soprattutto per le attività che avessero attivato al proprio interno un sistema virtuoso di smaltimento differenziato. Numerosi sono i settori del commercio, della ristorazione e dei servizi che pagano costi sempre più elevati per lo smaltimento dei rifiuti. “I Comuni sostengono che sono obbligati ad applicare questa tassa – osserva Giovanni Ciceri, presidente Fipe e vicepresidente Confcommercio Como – I loro funzionari si celano dietro l’obbligo giuridico di questo nuovo balzello. E’ assolutamente insostenibile per la categoria, in particolare per i pubblici esercizi. La follia politica di andare a colpire un settore in crisi lascia basiti. Chiediamo quindi a tutti i sindaci del territorio lariano di dimostrare solidarietà verso la nostra categoria, con azioni concrete da rivolgere allo Stato. Chiediamo di unirsi alla nostra lotta per dimostrare con i fatti che ci sostengono e che non si celano dietro alla logica della burocrazia”.
Un ulteriore aumento della fiscalità locale, anche per i cittadini, determinerà ripercussioni negative sulle reti commerciali di prossimità, con una progressiva e drammatica ulteriore flessione dei consumi, già ai minimi storici. Per questo Confcommercio Como si fa capofila di questa cordata che vuole vedere uniti i principali attori del territorio, dai sindaci alle associazioni di categoria e propone alcune misure che potrebbero far diminuire l’incidenza dell’iniquo balzello: “Non mancano le proposte – precisa e ribadisce Graziano Monetti, direttore di Confcommercio Como – Anche a livello nazionale, attraverso le nostre Federazioni, le stiamo avanzando da tempo. In primis sarebbe opportuno riconoscere il merito agli esercizi commerciali che praticano la differenziata, introducendo un meccanismo di “premialità” fiscale e un’attestazione sul ritiro dei rifiuti”. Non solo. Reintrodurre, perché in passato era così, un diritto di credito sul vuoto reso del vetro. Ci si rapporta spesso con la vicina Svizzera: oltre confine si versa l’imposta sui rifiuti direttamente in fase di acquisto del sacco, in base alle dimensioni dello stesso. “ In sostanza – osserva Monetti – si versa in base all’effettivo volume dei rifiuti prodotti ed è giusto che sia così anche in Italia”.
“Nelle certezza che le nostre ragioni siano ritenute ampiamente valide anche dalle altre Organizzazioni di rappresentanza e dai sindacati dei lavoratori, oltre che dalle associazioni dei consumatori, auspichiamo che anche loro si uniscano a noi in questo appello per la sopravvivenza delle imprese e delle famiglie – conclude Primavesi – Ci auguriamo di poterci confrontare, in autunno, con i sindaci locali, ai quali stiamo inoltrando apposita lettera. Sindaci che nel frattempo devono operare un’attenta riflessione sul caso Tares, tassa che va rivista al più presto se non si vuole assistere a un a ulteriore moria di attività commerciali”.