BRESCIA/MILANO – Era il 27 ottobre quando si portava a conclusione l’operazione di Guardia di Finanza e Carabinieri di Bologna denominata “Ragnatela” che aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone crotonesi per una gestione illecita della casa di riposo Alto Reno Terme (BO).

A neanche un mese di distanza emergono degli sviluppi di tale operazione che vedrebbero in carcere uno degli indagati, perché, durante il periodo agli arresti domiciliari, avrebbe continuato delle attività  illecite trasferendo disponibilità finanziarie per oltre 65 mila euro da una società a lui riconducibile in favore di una terza impresa, nel tentativo di sottrarle al sequestro preventivo in atto.

Oltre alla detenzione in carcere dell’indagato, ritenuta da G.I.P. e P.M. competenti “la sola idonea a contrastare efficacemente le esigenze cautelari”, sarebbero stati posti sotto sequestro preventivo diretto beni per l’equivalente di 2 milioni di euro. 

I reati contestati sarebbero: associazione per delinquere, estorsione aggravata dal “metodo mafioso”, bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e per operazioni dolose, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, emissione di fatture per operazioni inesistenti, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate.