Como

Uil del Lario: “Cassa integrazione in calo, più assunzioni precarie”

Caterina Franci 25 Ottobre 2018

Como, Economia/Lavoro

COMO – Il 9° rapporto UIL del Lario sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco, relativo ai primi 9 mesi del 2018, conferma la diminuzione della richiesta di ore di cassa integrazione totale da parte delle imprese dei due territori rispetto allo stesso periodo dell’anno 2017.

Una tendenza nazionale (-38,7%) riscontrata anche in provincia di Lecco (-27%) e Como (-38,1 %). Situazione, determinata dal calo delle ore di cassa integrazione straordinaria (Como – 44,1 %, Lecco – 17,3 %) e di quelle in deroga (Como – 99,8 %; Lecco – 98,5 %).

Diminuisce però anche la richiesta delle ore di cassa integrazione ordinaria nel settore tessile in Provincia di Como in questi primi 9 mesi del 2018, per la prima volta in diminuzione (-8,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Mentre nel lecchese è evidente il calo (-35,3 %) della cassa integrazione ordinaria nel settore meccanica e metallurgica

Di segno negativo anche i dati che giungono dagli altri settori economici: Industria (Como -29,0 %; Lecco -14,4 %) Edilizia (Como -23,3 %; Lecco -40,2 %) Artigianato (Como -100,0%; Lecco -98,3%) Commercio (Como -89,2 %; Lecco -100,0%).

Rilevante il calo dei lavoratori in cassa integrazione nei primi 9 mesi 2018 (Como -885, Lecco -223), rispetto ai primi 9 mesi del 2017.

“Il 9° rapporto UIL del Lario, conferma la frenata della richiesta di cassa integrazione totale da parte delle aziende Comasche e Lecchesi – spiegano dalla Uil del Lario – Ancora una volta però è da sottolineare il fatto che ciò può dipendere dall’effettiva riduzione della necessità di utilizzo della cassa integrazione da parte delle aziende, oppure, è terminata la possibilità per molte aziende di utilizzare la cassa integrazione: il trattamento ordinario e quello straordinario di integrazione salariale non può superare la durata massima complessiva di 24 mesi in un quinquennio mobile, per ciascuna unità produttiva. Quest’ultima ipotesi sarebbe traumatica dal punto di vista occupazionale per i 1.472 lavoratori delle aziende Comasche e dei 641 delle aziende Lecchesi, oggi garantiti dagli ammortizzatori di cassa integrazione”.

Da sottolineare che i dati sono carenti delle ore autorizzate di FIS e altri Fondi di Solidarietà, dati non diffusi dall´Inps, oltre alle prestazioni erogate dal Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (Fsba).

“Altro dato che è da considerare nell’analisi della cassa integrazione è l’abrogazione della cassa in deroga, che ha fortemente inciso, quantitativamente, sui dati del passato e, dall’altra, l’introduzione di un costo più elevato della straordinaria – prosegue il sindacato – Infine, lo studio conferma che la situazione economica nelle province di Como e Lecco è in chiaro e scuro, la ripresa economica è altalenante e il mercato del lavoro è fortemente influenzato da questo andamento”.

A testimonianza di ciò vi è anche quanto emerge dallo studio UIL del Lario dall’analisi sugli avviamenti e cessazioni al lavoro I e II trimestre 2018, del sistema informativo Quadrante Lavoro di Regione Lombardia, per le province di Como e Lecco.

Un rapporto che evidenzia che a fronte di un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni nelle due province di Como e Lecco per la totalità dei rapporti di lavoro.

A Como nel primo semestre sono stati 35.351 gli avviamenti e le cessazioni 30.957 (saldo + 4.394) nel lecchese invece 18.585 avviamenti e le cessazioni 17.098 (saldo +1.487)

Più occupazione ma meno stabile; per quanto riguarda gli avviamenti e cessazioni per i contratti di lavoro a tempo indeterminato, ci dice il sindacato, si è verificato un saldo negativo nelle due Province (Como: -1.316; Lecco -297).

“Si consolida quindi un’occupazione di tipo precario – prosegue la Uil – la quale incide pesantemente nella vita dei singoli lavoratori, in quanto limita la possibilità di avere accesso al credito e la realizzazione di una pensione dignitosa. Per generare una più intensa ripresa economica e di conseguenza una buona occupazione è necessario sostenere gli investimenti pubblici in misura maggiore rispetto a quanto si prevede nella Legge di Bilancio 2019 da parte del Governo”.