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Sciopero dei benzinai. La Maroni sostiene la protesta

Admin Altreforme 14 Giugno 2014

Economia/Lavoro, Erba

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Sciopero benzinai luglio 2013ERBA – Il prossimo mercoledì 18 giugno i gestori delle stazioni di servizio FIGISC Confcommercio, unitamente alle sigle Faib Confesercenti e Fegica Cisl, hanno indetto uno sciopero generale di categoria, valido su tutto il territorio nazionale. La consigliera erbese Daniela Maroni li sostiene.

Oggetto dell’iniziativa, che si concretizzerà anche con un presidio sindacale davanti alla sede della Camera dei Deputati, è la protesta contro i prezzi alti imposti dalle compagnie petrolifere e contro il sistema bancario che impone commissioni considerate “illogiche” sui pagamenti elettronici, il tutto a a danno di gestori e consumatori.

L’iniziativa e le motivazioni trovano condivisione totale da parte della Maroni, consigliere segretario di Regione Lombardia e vice-presidente nazionale FIGISC Confcommercio. “Sostengo totalmente questa presa di posizione – dichiara l’esponente del gruppo Maroni Presidente – E’ da tempo che i gestori lamentano il problema della concorrenza sleale da parte delle cosiddette pompe bianche. Un mercato dove, tra pompe bianche e pompe tradizionali, i margini rete ed extrarete arrivano a differire tra loro fino a 200 euro per metro cubo di erogato non è ammissibile, per rispetto di lavoratori, e mi riferisco ai titolari delle stazioni con logo, che ogni giorno devono sottostare ai rigidi vincoli imposti delle compagnie petrolifere”.

Daniela Maroni prosegue: “I gestori chiedono tariffe alla pompa più accessibili e chiedono anche che si riveda il decreto che ha cancellato la gratuità dei pagamenti con carta di credito e dato luogo a canoni POS elevati, un fardello enorme sulle spalle dei gestori. La scelta – precisa il numero 2 FIGISC – non pone riguardo alle problematiche di una categoria che gira il 60% dei suoi incassi allo Stato e il 38% al sistema distributivo, con margini sulla vendita che vengono letteralmente divorati dal sistema di moneta elettronica. Invito per questo motivo il Ministero dello Sviluppo Economico a istituire un tavolo di lavoro con le parti interessate, in modo da poter rivedere e in tempi brevi il provvedimento”.