Prosegue la ripresa dell’economia lariana ma cala il numero delle imprese

Caterina Franci 10 Maggio 2022

Economia/Lavoro

COMO – Il progressivo recupero dell’economia lariana dopo l’avvio della crisi pandemica del 2020 è proseguito anche nel 1° trimestre 2021 ; quasi tutti gli indicatori del comparto industriale tornano superiori alla media del 2019. E’ quanto emerge dallo studio della Camera di Commercio.

A Como solo la produzione rimane inferiore (-0,5%), mentre ordini e fatturato registrano, rispettivamente, un +4,7% e +2,8%; a Lecco, produzione +13,9%; ordini +15,9% e fatturato +9,7%.

Per quest’ultima provincia anche l’artigianato ha recuperato i valori pre-Covid: produzione +14,8%, ordini +6,6% e fatturato +16,6%, mentre a Como solo il fatturato torna superiore alla media 2019 (+0,6%), a fronte del -4,7% della produzione e del -2,7% degli ordini.

Nel terziario, in entrambe le province lariane il volume d’affari resta ancora ben al di sotto dei livelli pre-Covid, sia per il commercio che per i servizi: a Como mostra un calo del 4,4% nel primo comparto e del 2,2% nel secondo; a Lecco rispettivamente -5,4% e -2,3%.

Meno ore di cassa ma cala il numero di imprese

Le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS sono in calo in tutti e due i territori. A Lecco le ore autorizzate di cassa ordinaria calano dell’81% e quella in deroga del 94%, mentre aumenta il ricorso alla cassa straordinaria (+7,8%) e i fallimenti diminuiscono di una unità, attestandosi a 7 (-12,5%)

A Lecco le imprese registrate sono 25.666 (per 33.132 localizzazioni) e il saldo tra imprese nate e cessate è pari a -61; rispetto a fine marzo 2021 la variazione del numero delle imprese registrate è stata pari a +0,3% (mentre si registra un calo rispetto al dato pre-pandemia: -0,3%)

Previsioni in calo per l’industria, più ottimismo nel commercio

Nel secondo semestre, l’industria lecchese prevede un rallentamento: peggiorano i saldi di produzione (da +18,2% a +3,8%) e occupazione (da +20,2% a +11,5%) e tornano negativi quelli di domanda estera (da +15,3% a -1,3%) e domanda interna (da +9,2% a -5,2%).

Nell’artigianato resta positivo solo il saldo dell’occupazione (che però scende da +5,4% a +3,4%); per la produzione la differenza passa da +2,1% a -9,2%; per la domanda estera da un saldo nullo a -12,1%; per la domanda interna da -3,3% a -13,9%.

Viceversa, nel commercio gli ottimisti tornano a superare i pessimisti per il volume d’affari e l’occupazione: il saldo del primo passa da -9,3% a +11,8%; il secondo da saldo nullo a +14,5%. Anche per i servizi, gli ottimisti superano i pessimisti per il volume d’affari (il saldo passa da -1% a +5,6%) e migliorano anche le aspettative sull’occupazione, da +12,4% a +15,9%.