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Edilizia in crisi: a Meci l’ABC-D per creare opportunità

Lorenzo Colombo 12 Marzo 2014

Economia/Lavoro, Erba

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masperoERBA – A pochi giorni dall’inizio della 31esima edizione della MECI (15 -17 marzo presso Lariofiere), il  Presidente del Gruppo di Lavoro Davide Maspero, traccia uno spaccato che analizza il mercato dell’Edilizia Civile e Industriale al momento attuale.
Questa trentunesima edizione della M.E.C.I. cade infatti in uno dei momenti più difficili che il settore dell’edilizia abbia mai vissuto. La Lombardia rimane la principale piazza immobiliare a livello nazionale, con un fatturato di 11,8 miliardi provenienti dal settore residenziale e 3,1 dal non residenziale pur avendo lasciato sul campo negli ultimi sette anni il 65% circa del suo volume di affari, riportandosi ai livelli più bassi dell’ultimo ventennio.
Recenti analisi indicano un arresto della caduta dell’economia italiana, mentre per le costruzioni la crisi rimane drammatica. Il Pil, nel terzo trimestre del 2013 ha interrotto la propria caduta, invece nelle costruzioni rimane una grave crisi. L’indice Istat della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario, evidenzia a novembre 2013, una diminuzione del 10,8% nel confronto con lo stesso mese del 2012, in peggioramento rispetto al dato di ottobre (-10,2% su base annua).
I dati Istat sui permessi di costruire sono allarmanti. Nel primo semestre 2013, il numero di nuove abitazioni concesse ha registrato una ulteriore e significativa caduta del 37,2% rispetto ai primi sei mesi del 2012. Se tale tendenza venisse confermata il numero di nuove abitazioni si attesterebbe a meno di 60.000, con una caduta complessiva rispetto al picco del 2005 di circa il 78%.
Ma ad incidere sul mancato incontro tra domanda ed offerta è soprattutto l’inceppamento dei meccanismi del credito immobiliare: dal picco di 16,4 miliardi di finanziamenti erogati per acquisto di abitazioni nel 2007, si è giunti ad appena 7,3 miliardi nel 2012 e il calo è proseguito anche nel primo semestre del 2013, che ha evidenziato un preoccupante – 25% rispetto ai primi sei mesi del 2012.
Particolarmente significativo e’ il dato sui consumi di cemento in continua diminuzione: nei primi dieci mesi del 2013 le quantità consegnate sono ulteriormente diminuite del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (già -22,6% nel 2012 su base annua).
Secondo le stime dell’Ance, il 2013 segna un’ulteriore caduta degli investimenti in costruzioni del 6,9% in termini reali su base annua (in peggioramento rispetto alla stima rilasciata a giugno 2013, pari a -5,6%). Tale valutazione negativa è stata parzialmente mitigata dagli effetti positivi derivanti dalla proroga e dal temporaneo potenziamento degli incentivi fiscali (55% e 65%) relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica
In sei anni, dal 2008 al 2013, la perdita produttiva del settore delle costruzioni ha raggiunto il 30%, collocandosi su un livello paragonabile a quello del 1967. La nuova edilizia abitativa segna un calo del 53,9%, l’edilizia non residenziale privata del 33,4%, mentre le opere pubbliche registrano una caduta del 45,2%.
Solo gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo, dal 2008 al 2013, mostrano un aumento del 16,5%, grazie anche agli effetti di stimolo degli incentivi fiscali legati alla riqualificazione ed all’efficientamento energetico.
Senza l’apporto di questo comparto, che ormai rappresenta il 37,3 del mercato, la caduta degli investimenti in costruzioni raggiunge il 43,6%.

La previsione Ance per il 2014 è ancora negativa (-2,5%). L’attenuazione della caduta rispetto agli anni precedenti è legata alla proroga ed al potenziamento degli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione patrimonio abitativo ed alle misure di rilancio del mercato dei mutui che, se attuate rapidamente, potranno stimolare gli investimenti privati e favorire l’accesso alla casa.

I dati Istat sulle forze di lavoro evidenziano, per le costruzioni, una accelerazione della tendenza negativa dell’occupazione nel 2013 rispetto agli anni precedenti: nei primi nove mesi il numero di occupati si riduce del 10,4% su base annua (nel 2011 e nel 2012, il calo si era attestato intorno al 5%). E’ il peggior risultato tra tutti i settori di attività economica: nei primi 9 mesi del 2013, l’agricoltura perde il 4,8% dei propri occupati; l’industria in senso stretto il 2,4%; i servizi l’1,1%, -2,2% per l’insieme settori di attività economica.
Secondo le stime Ance, dall’inizio della crisi i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono 480.000 (-23,8%) che raggiungono le 745.000 unità considerando anche i settori collegati. La costruzione del numero di occupati nelle costruzioni è accompagnata da un ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni sempre molto elevato: nel 2013 sono state autorizzate 152,6 milioni di ore per i lavoratori operanti nel settore, quasi quattro volte il dato del 2008 (40,6 milioni di ore). I dati della Cassa Edile di Como e Lecco fotografano molto bene questa difficile situazione.
I principali indicatori del Bilancio consuntivo per l’esercizio 1\10\2012 – 30\09\2013 della Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza delle Province di Como e Lecco registrano, per il quinto anno consecutivo, un andamento negativo del settore delle costruzioni, con una notevole diminuzione delle ore lavorate (-6,67%), dell’occupazione media (-6,00%) e delle massa salariale (-5,61%), rispetto all’anno precedente.
“Traendo spunto da questi semplici concetti il gruppo di lavoro ha svolto il proprio lavoro coinvolgendo tutti i soggetti del mondo dell’edilizia – la FILIERA – imprese, distributori di materiali edili, professionisti, università, proprietari, amministratori di condominio, banche, con lo scopo di approfondire la conoscenza delle tecniche e dei materiali propedeutici agli interventi di ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente nonché delle nuove costruzioni, senza dimenticare un idoneo approfondimento delle recentemente prolungate e potenziate misure agevolative.” – anticipa Davide Maspero, Presidente del Gruppo di Lavoro – Meci 2014.
Al centro di questa importante fiera vi e’ la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente come importante strada per fare ripartire il mondo dell’edilizia, per migliorare la qualità della vita delle città e dei suoi abitanti, attraverso interventi che incrementino l’efficienza energetica degli edifici e ne migliorino le caratteristiche energetiche, acustiche e antisismiche.
42 aziende di Como prenderanno parte fra i 150 espositori presenti provenienti da tutta Italia che contribuiranno con la loro presenza e le iniziative da essi stessi organizzati (eventi collaterali – convegni) a portare contenuti e contributi di elevata qualità sugli argomenti trattati.
La manifestazione si baserà su 4 punti cardine, l’ABC-D per creare opportunità interessanti nel settore specifico:
A come AGGREGAZIONE fra gli elementi della filiera dell’edilizia: la MECI e’ un esempio importantissimo di questa intenzionalità.
B come BRAVURA degli elementi costituenti la filiera dell’edilizia: la Nostra e’ la storia dei Maestri Comacini.
C come CRESCITA e CAMBIAMENTO la capacità degli elementi costituenti la filiera di adeguarsi
all’evoluzione del mondo delle costruzioni.
D come DIALOGO fra gli elementi della filiera dell’edilizia ed anche qui la MECI e’ un esempio importantissimo di questa intenzionalità.
“Sono convinto che è nel presente che si costruisce il futuro applicando la lezione che ci arriva dal passato. Ogni momento, ogni azione, ogni incontro contano e devono essere usati al meglio per crescere e progredire. Le iniziative, i seminari, i convegni organizzati in questo MECI costituiscono un’opportunità di relazione e aggiornamento di notevole importanza per ogni operatore che voglia essere protagonista di un sistema delle costruzioni che sta cambiando per vincere la crisi e rendere sostenibili ed efficienti gli spazi abitati del futuro”, conclude Maspero.