Strage di Erba, il Ministro ordina un’ispezione sugli atti

Caterina Franci 16 Dicembre 2018

Cultura

ERBA – Un’ispezione ministeriale sull’inchiesta relativa alla strage di Erba: questo quanto disposto dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che nelle scorse settimane avrebbe richiesto alla Procura di Como di inviare a Roma tutti gli atti relativi alle indagini sulla strage del dicembre 2006, per la quale i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano sono stati condannati, in via definitiva, all’ergastolo.

Tre gradi di giudizio e 26 giudizi aveva dichiarato colpevole la coppia, accusata dell’efferato omicidio di ben quattro persone e il ferimento di una quinta la sera dell’11 dicembre del 2006.

Nonostante ciò, alcune inchieste hanno provato ad insinuare il dubbio dell’innocenza di moglie e marito: proprio recentemente il programma televisivo Le Iene si era concentrato sulla Strage di Erba, analizzando con l’aiuto di esperti e di alcuni dei protagonisti dell’inchiesta una serie di elementi che potevano portare a dubitare della colpevolezza di Rosa e Olindo.

La Iena Monteleone dal Ministro Bonafede durante una delle puntate dedicate alla Strage di Erba

 

Durante una di quelle puntate  l’inviato de le Iene Antonino Monteleone si era recato proprio dal Ministro Bonafede in persona, chiedendo lumi su alcune intercettazioni ‘scomparse’ segnalate dal giornalista investigativo Edoardo Montolli. “Prometto di fare le dovute verifiche” aveva detto il Ministro. Qualche settimana fa, l’ordine di un’ispezione ministeriale sulla corposa documentazione relativa alla Strage di Erba.

La polemica, neanche a dirlo, corre sui social. Non molo tempo fa, durante la trasmissione dell’inchiesta sulla Strage di Erba delle Iene, Pietro e Beppe Castagna, parenti delle vittime del massacro, avevano espresso il loro sdegno: “Potreste anche non essere convinti di qualcuna di queste cose, ma non potete credere che tutto sia davvero frutto di un complotto. Ora, non sta a noi, né difendere la procura né gli inquirenti né il loro operato, consentiteci di difendere però la verità,  che per noi è solo una, consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa. Basta con questo meccanismo perverso”.