Erba

Strage di Erba, continua l’inchiesta della Iena Monteleone

Caterina Franci 15 Ottobre 2018

Cronaca, Erba

ERBA – Prosegue l’inchiesta delle Iene sulla Strage di Erba di Antonino Monteleone. 

Nella puntata di ieri sera, domenica, è stata affrontata la seconda delle tre prove che inchiodarono Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi, un netturbino e una donna delle pulizie, quali autori della terribile strage del dicembre 2006, nella quale persero la vita quattro persone.

La prima a finire sotto i riflettori delle Iene era stata la testimonianza di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage e colui che, ricordando l’aggressione subita, indicò il nome di Olindo. Nella terza puntata del programma di Mediaset gli autori dell’inchiesta si sono occupati del mistero delle intercettazioni sparite e della macchia di sangue di Valeria Cherubini ritrovata dai Carabinieri sul battitacco lato guidatore dell’auto di Olindo Romando.

A sollevare il caso delle ‘intercettazioni fantasma’ di Mario Frigerio è stato il giornalista investigativo Edoardo Montolli. Studiando le carte del caso, Montolli si era reso conto di alcune ‘lacune’ nelle registrazioni durante il periodo di degenza di Frigerio in ospedale. “Nello specifico – ha spiegato ai microfoni delle Iene – non c’è traccia del colloquio con i Carabinieri che Frigerio ebbe la mattina di Natale del 2006, 40 minuti audio in totale, così come non c’è traccia degli audio di ben sei giorni, dal 28 dicembre 2006 al 3 gennaio 2007. Queste registrazioni sono sparite senza alcuna giustificazione, senza che ci sia agli atti nulla, è inconcepibile” ha dichiarato Montolli, che ha fatto poi un’altra rivelazione: “Un primo elemento di colpevolezza imputato a Rosa Bazzi e Olindo Romano fu che nei giorni successivi alla strage non parlarono mai dell’accaduto, contrariamente a quanto facevano in tutto il paese. Il motivo è presto detto: dal 12 al 16 dicembre, quindi i giorni immediatamente successivi al fatto, non è allegata alcuna intercettazione, per cui è naturale che gli inquirenti non potessero sentire i coniugi parlare di quanto successo”.

Dubbi che restano, al momento, senza una risposta ma sui quali promette di far luce il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, interpellato dalle Iene.

La seconda parte della puntata è stata invece dedicata al ritrovamento della macchia di sangue di una delle vittime, Valeria Cherubini, moglie del supertestimone Mario Frigerio, sull’auto di Olindo Romano. Si tratta dell’unica traccia ematica ritrovata in tutta l’auto, sui vestiti, nella casa e sugli effetti personali della coppia: come noto infatti né nella casa della strage né in quella di Rosa e Olindo vennero trovate tracce del sangue delle vittime.

Il Brigadiere Claudio Fadda

 

Una prova “apparentemente schiacciante” per le Iene, che hanno interpellato sulla vicenda l’ex comandante dei Ris di Parma Luciano Garofano e il brigadiere Claudio Fadda, autore della perquisizione sull’auto dei Romano e del ritrovamento della macchia di sangue. A non convincere ‘l’approssimazione’ con cui la traccia ematica è stata documentata (senza contrasto) e il fatto che il verbale di perquisizione sia stato firmato da Carabinieri che in realtà non avevano preso parte all’operazione.

L’ipotesi, confermata a fine puntata dallo stesso brigadiere in pensione Fadda, è che la traccia sia finita sull’auto dei Romano per contaminazione: in altre parole, secondo più pareri ascoltati dalle Iene durante il servizio, potrebbe essere finita lì portata da qualcuno che era precedentemente stato sul luogo della strage.