I Brianzoli dal 1987 uniti nel portare avanti le tradizioni contadine locali
Castagna: “Siamo un bel gruppo che si allena ogni settimana per trasmettere la nostra passione agli occhi di chi ci guarda”
PONTE LAMBRO – Se la tradizione contadina rimane viva ai nostri giorni è grazie ad alcuni di gruppi che con grande passione onorano le antiche tradizioni. Uno di questi sono i Brianzoli di Ponte Lambro guidata da 32 anni dal presidente Giancarlo Castagna.
Proprio Castagna commenta il fatto della scarsità di persone come loro sentono la trasmissione del folclore come una vera e propria missione: “Siamo rimasti in pochi oramai, siamo noi, i Bej e i Contadini della Brianza che curano il museo della civiltà contadina ad Albavilla. Coi Bej ci siamo separati da 40 anni ormai, però sarebbe anche bello anche unire le forze ora che siamo in pochi in entrambi i gruppi. Noi in totale siamo in 34 tra donne, uomini e ragazzi. L’evento fatto a Noivoiloro è stata una bella esperienza per ritrovarci assieme. Anche perché abbiamo le stesse intenzioni ossia quella di mantenere vive le tradizioni tipiche quali: il flauto di pan, i costumi di Renzo e Lucia e i balli tradizionali”.
I Brianzoli si trovano ogni settimana a Villa Guaita a Ponte Lambro: “Il martedì proviamo i balli mentre, il venerdì suoniamo guidati dal nostro direttore artistico si chiama Daniele Fumagalli. Lui è un ragazzo giovane del ’90 e siamo contenti perchè alcuni ragazzi che si uniscono a noi ci sono. Alcuni di loro sono molto giovani, c’è né uno di 11 anni, uno di 13, due di 16 e altri due di 22 anni. Ma, la nostra vera fortuna – continua Castagna – è quella di avere uno dei pochi costruttore di firlinfeu della zona cioè Alfredo Benvenuti che abita a Mandello del Lario”.
È proprio Benvenuti a raccontarci come si costruisce un flauto di Pan: “Innanzitutto la banda di firlinfeu è composta da tre sezioni principali. La sezione cantabile, che è quella che esegue la melodia, la sezione ritmica, che è quella che dà i bassi, che dà il contro tempo. Poi ci sono gli accompagnamenti che è appunto la sezione accompagnamenti”.
“Per fare un flauto tipico prima di tutto bisogna raccogliere le canne che sono di canna comune. Non la canna di bambù, che appartiene sempre alla famiglia Graminacee, Arundo Donax. Si raccoglie nel mese di gennaio o febbraio perché le foglie sono morte e la pianta non ha vita. Poi altra cosa importante è che si raccoglie in luna calante. Le canne si fanno seccare come minimo tre anni perché se se le raccogli, fai lo strumento, il giorno dopo non suona e non è più intonato perché la canna si restringe. Questo perchè se si tagliano le fibre della canna, si allungano e il tono della nota si abbassa. Quindi più sono secche, meglio è”.
“Lo strumento base che è il quarto cantabile, ha 25 canne e poi si possono aumentare, aumentando così le note. Il quarto cantabile è lo strumento principale. Poi ci sono le canne segate che tengono insieme lo strumento, questa viene tagliata in orizzontale in modo da accogliere tutte le altre che alla fine si allarga e si possono inserire anche le canne più grosse. La nostra banda è in La Bemolle e il La Bemolle è posizionato sulla quarta canna. Per costruire un flauto ci vogliono almeno due giorni di lavoro perchè il primo giorno devi preparare le 25 canne tutte intonate”.
“Meno male che c’è Alfredo perchè se si dovessero rompere non ne avremmo più – commenta il presidente Castagna – adesso per esempio ne abbiamo 16. Il primino, il terzo cantabile, il quarto e il secondo. Sono quattro sezioni cantabili. Poi la sezione ritmica composta dal basso profondo, il basso e i bassetti. Poi ci sono gli accompagnamenti. Insomma più siamo meglio è per il suono”.
“Vogliamo continuare a lavorare per mantenere la cultura e la tradizione popolare della Brianza, con canti, balli e scenette che raccontano la vita contadina che c’era tra il 1600 e il 1700. Diciamo che nonostante che c’è poca gente che si avvicina, per il momento riusciamo ancora a andare sia in giro, ma soprattutto riusciamo ad andare anche all’estero”.
La tradizioni sono il punto di partenza fondamentale per i Brianzoli infatti: “Le danze sono state ricercate negli anni dai nostri anziani e raccontano la vita contadina dell’epoca. I tipici sono: il ballo dell’uva, il ballo del fidanzamento, la raccolta del frumento. Poi abbiamo il ballo delle fiaccole che è un ballo in cui si incendiano queste fiaccole e i ballerini, quattro uomini e quattro donne, ballano con una torcia accesa che alla fine col fuoco viene incendiata una raggiera ferro. Questo ballo nasce da uno spunto che ci avevano dato delle persone anziane. Praticamente quando avevano finito di fare tutto il raccolto, lo scarto veniva messo in mezzo bruciato, i contadini si riunivano intorno al fuoco e ballavano per ringraziare che il raccolto era andato bene”.
“Mentre gli abiti che sono tipici del ‘600 erano stati fatti tutti da mia suocera e da mia mamma: Mauri Elisa e Beltempo Mariella. La raggiera è molto preziosa perché noi siamo gli unici ad averle in argento puro con le spadine lavorate una per una a mano. È stata fatta da un orafo qua di erba Cogliati-Sormani”.
Riguardo gli eventi annuali non si possono quantificare spiega Castagna perchè: “Dipende dalle richieste, però almeno dieci manifestazioni riusciamo a farle. E poi cerchiamo sempre nel possibile nel mese di agosto di andare a fare un festival. All’estero siamo andati a in Canada, a Dubai, e siamo appena tornati dal Portogallo. L’anno prima, invece, siamo stati in Sardegna e in Croazia. Diciamo che l’Europa l’abbiamo girata tutta. Qui in zona probabilmente a maggio andremo alla Colma perchè c’è la fioritura del Narciso, l’evento si chiama la neve di primavera”.
“Il nostro colpo più forte è stato quello di Dubai. Siamo andati nel 2017 per una manifestazione che durava due mesi che era stata organizzata per far conoscere gli strumenti tipici dei vari paesi del mondo. Avendo il flauto di Pan costruito ancora come una volta ci hanno chiesto se volevamo andare. Abbiamo fatto otto giorni dove eravamo dentro una cittadella e alla sera c’erano le esibizioni dei vari gruppi. È stata davvero una bella esperienza che ci ha aperto molte porte”.
Poi essendo iscritti alla Federazione Italiana della Tradizione Popolare, i Brianzoli partecipano ogni anno c’è il concorso di musica popolare che è divisa in due sezioni: “Una tradizionale, come gruppi folcloristici, ed una contaminata, nel senso che uno può usare anche ha la fisarmonica, la chitarra elettrica o il violino. Sono due mondi diversi però uniti nel fare musiche tradizionali. Siamo andati quattro o cinque volte a quel concorso abbiamo sempre fatto terzo, secondo, secondo, terzo. Invece, giù a San Giovanni Rotondo nel 2019 siamo arrivati i primi vincendo il premio con una canzone scritta in dialetto da un poeta di Mandello e il maestro l’ha arrangiata. All’estero poi abbiamo vinto altri premi: in Canada abbiamo vinto il primo premio su 130 gruppi e in Croazia quello per la migliore esibizione”.