Erba

Strage di Erba, ipotesi di revisione. I fratelli Castagna: “La loro condanna sta diventando la nostra”

Caterina Franci 17 Aprile 2023

Cronaca, Erba

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ERBA – “La loro condanna sta diventando la nostra condanna. Ogni anno, da quindici e più anni dobbiamo sopportare campagne innocentiste su giornali, su canali tv, da parte di trasmissioni che non si sono fatte neanche un problema ad additarci come reali mandanti o esecutori. Adesso arriva anche il vice Procuratore, e ancora noi a dover rispondere ai giornalisti che insistentemente vogliono conoscere la nostra opinione”.

Lo sfogo compare sulla pagina facebook di Giuseppe Castagna, fratello di Raffaella Castagna, una delle vittime della Strage di Erba del 2006, uccisa insieme al figlio di appena 2 anni Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Per gli omicidi sono stati condannati all’ergastolo, confermato in tre gradi di giudizio, i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, vicini delle vittime.

Poche parole, velate di amarezza, affidate ai social, per commentare la (ennesima) riapertura mediatica del caso, dopo che, nei giorni scorsi il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser ha depositato alla Procura Generale e all’Avvocatura di Stato un documento sulla strage di Erba, per chiedere di valutare la richiesta di un’istanza di revisione del processo. Attualmente, è bene specificarlo, non è stata formalizzata nessuna richiesta di revisione alla Corte d’Appello di Brescia (organo competente) e non è detto che la richiesta del Pg verrà accolta. Ma la notizia, come facilmente immaginabile, ha riportato a galla le polemiche tra gli ‘innocentisti’, convinti dell’innocenza dei coniugi Romano, e i ‘colpevolisti’, con conseguente ‘tam-tam’ mediatico.

fratelli castagna
I fratelli Beppe e Pietro Castagna

La famiglia Castagna, ci confermano i legali, non intende rilasciare dichiarazioni alla stampa, ma sulla pagina facebook di Beppe Castagna compaiono poche righe: “Vorrei chiarire agli analfabeti funzionali e agli odiatori che noi siamo stati semplicemente parte civile nei processi, in poche parole, non abbiamo condannato noi i loro beniamini. Vorrei anche ribadire che abbiamo assistito ad ogni grado processuale e ci siamo convinti della colpevolezza dei coniugi Romano. Però, non ne possiamo più. Iniziamo, per assurdo, a mettere sul piano della bilancia la nostra serenità con la loro libertà. In poche parole stanno vincendo per sfinimento. Liberateli e lasciateci in pace”.

Due giorni fa era stato il fratello Pietro ad affidare alcuni pensieri a facebook: “Era l’ottobre del 2018, avevo scritto questo. Speravo fosse finita ma ci risiamo. Noi non diremo nulla. Non parleremo più con giornali o altro. Questo era e rimane il nostro pensiero. Purtroppo la superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole, ed essendo quindi più facile, trova spesso terreno fertile in persone incapaci di capire che qualcuno sta vendendo delle menzogne spacciandole per verità, manipolando, omettendo, ricucendo ad arte…perchè è più facile farsi convincere che capire”.