Joele: “gli assassini non sono inglesi”. Lo sfogo degli amici

Lorenzo Colombo 23 Ottobre 2013

Cronaca

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joele leotta

NIBIONNO – Non sono inglesi ma stranieri i nove giovani fermati dalla polizia britannica per l’omicidio di Joele Leotta, il 19enne di Nibionno, ammazzato a calci e pugni domenica sera nell’appartamento della contea di Kent che condivideva con l’amico Alex Galbiati, residente a Molteno.

A confermarlo è la polizia di Kent in quello che è  l’ultimo aggiornamento sulla terribile tragedia che ha sconvolto non solo la Brianza ma tutta l’Italia: una spedizione punitiva nei confronti dei due lecchesi che secondo alcuni organi di stampa potrebbero essere stati vittima di uno scambio di persona.

Gli inquirenti non avrebbero infatti inquadrato il caso come un delitto a sfondo razziale e stanno valutando tutte le piste. Un dramma che ha infranto sogni e speranze di un’esperienza all’estero che tanti giovani anche lecchesi scelgono di vivere per cercare nuove opportunità:

“Joele era felicissimo di questa esperienza – racconta il padre Ivan Leotta all’ANSA – noi siamo tutti talmente frastornati che non riusciamo neppure a pensare, ora vogliamo capire, poi vedremo cosa fare, mio figlio non era uno a cui piaceva far l’attacabrighe e comunque, ripeto, era appena arrivato, non avrebbe neppure avuto il tempo per venire in attrito con qualcuno”.

Lo stesso 19enne attraverso la propria pagina Facebook nei giorni scorsi aveva espresso tutta la gioia per l’inizio di un’avventura che sembrava procedere per il meglio, soprattutto dopo che lui e l’amico Alex erano stati assunti al ristorante italiano sotto casa.

Quel ristorante, però, sarebbe stato il luogo dove Joele e il compagno avrebbero incontrato i loro aguzzini, che li avrebbero seguiti fin sopra casa, irrompendo nell’abitazione e picchiandoli a sangue.

Dopo il pestaggio, i due sono stati soccorsi dai sanitari e portati in ospedale, dove Joele è deceduto. Alex se l’è invece cavata con ferite più lievi e dopo due giorni al nosocomio, nel pomeriggio di mercoledì è stato finalmente dimesso. “Grazie a tutti per il sostegno che mi state dando, in questo momento significa molto per me, grazie ancora a tutti” ha scritto il giovane agli amici.

Del caso si è interessato anche il console italiano a Londra, Massimiliano Mazzanti, che attende di conoscere i riscontri dell’inchiesta. Nel frattempo, Nibionno è un paese in lutto e tutti, a partire dal sindaco, si sono stretti attorno ai familiari del ragazzo.

Cordoglio anche a Costa Masnaga, dove il giovanissimo aveva frequentato le scuole medie.

Alex Galbiati - Joele Leotta

LA RABBIA SUI SOCIAL NETWORK

“Jo, per me perdere un cugino e come perdere un fratello maggiore, un mese fa mi hai abbracciata sorridevi e adesso non ci sei più. Non te lo meritavi eri un bello bravo ragazzo, bastardi. Questo mondo di merda…”. Non serve aggiungere altro alle parole della cugina di Joele Leotta, il 19enne di Nibionno assalito e ucciso nel suo appartamento di Maidstone nella contea di Kent, in Inghilterra.

“La cattiveria delle persona non ha mai fine – scrive un’amica – Pero questa cattiveria dovrebbero usarla solo contro loro stessi perchè tu non eri cattivo anzi. Tu non eri come loro. Tu hai solo sognato un futuro diverso che questa Italia d …. non è riuscita a darti. Tu ti meritavi tanto. Tu ti eri impegnato per creartelo, non ti eri mai abbattuto. Continuo a non voler credere che è successo proprio a te!!”

Tantissimi i commenti che continuano a riempire la pagina facebook di Joele: “Gli amici sono come le stelle, alcune si spengono altre continuano a brillare in eterno ed altre ancora cadono giù… ma sono certo che tu non cadrai mai e brillerai per sempre!”

Sempre sul social network è stata aperta un’altra pagina dedicata al giovane nibionnese la cui foto è sovrastata dalla scritta “Stop violence”. In poche ore, oltre 2 mila di persone si sono iscritte.

“Sono una mamma con un ragazzo a Londra da circa due mesi e questa notizia mi ha sconvolto , è vista dal mondo intero come grande metropoli di grande civiltà e disponibilità ma il problema è un altro la cattiveria umana non ha nazioni non conosce razze ed è invisibile ma colpisce chiunque! sono basita nel riconoscere che nelle coscienze di alcune persone la vita non abbia più nessun valore! è vergognoso! Abbraccio forte te e la tua famiglia!”
“Sei andato per lavorare, magari per iniziare una vita migliore ed ora non ci sei più – scrive un utente – Dalla grande speranza che avevi nel cuore alla tristezza incolmabile dei tuoi cari per averti perso. Io non so che dire… riposa in pace Joele”.