Canzo

Osnago: in tanti ai funerali di don Costantino. “Una vita spezzata per la nostra Diocesi”

viviana 9 Ottobre 2021

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OSNAGO – Un esempio fulgido e concreto di vocazione sacerdotale, una testimonianza coraggiosamente mite di una vita “spezzata” nel nome della fede, della carità e dell’accoglienza verso il prossimo. Sono state tantissime le persone che questa mattina, sabato, hanno voluto salutare per l’ultima volta don Costantino Prina, parroco di Osnago, scomparso giovedì all’età di 74 anni dopo una lunga malattia.

Un “calvario” che non l’aveva allontanato dalla sua comunità, ma che anzi, aveva reso ancora più scolpita la cifra di un uomo mite e umile, accogliente e perseverante, capace di grandi intuizioni culturali. Non è un caso che abbiano voluto ricordarlo, con due messaggi letti all’inizio della cerimonia funebre, presieduta dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, anche il cardinale Gianfranco Ravasi, originario di Osnago e il cardinale Angelo Scola, nativo di Malgrate, la parrocchia in cui don Costantino ha svolto il ministero sacerdotale dopo gli anni di insegnamento in seminario e prima di arrivare, dopo una parentesi a Treviglio dal 2003 al 2007, a Osnago.

“L’ho incontrato dapprima come alunno per poi rivederlo come parroco qui a Osnago, dove la ricorrenza della festa patronale di Santo Stefano scandiva i nostri incontri” ha scritto l’alto prelato brianzolo. Aggiungendo: “Ho avuto la fortuna di sentirlo proprio in questi ultimi giorni ricevendo la straordinaria testimonianza di serenità e di abbandono a Dio”.

Ha incrociato la sua strada con quella di don Costantino a Malgrate il cardinale Scola, che ha voluto sottolineare, nel messaggio letto dal vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla, “la grande fede e e la capacità di stare vicino ai propri parrocchiani”, rimarcando poi il ricordo personale della vicinanza di don Costantino ai due genitori nella fase finale della loro vita.

Un prete a tutto tondo e fino in fondo, testimone di una vita spesa e vissuta nel nome della vocazione. “Ha fatto della sua vita un percorso di amore, portando a compimento la missione che qualche volta gli sembrava incompiuta – ha ribadito nell’omelia l’arcivescovo Delpini – . Ognuno di noi ha un ricordo, un motivo di gratitudine, un legame di affetto o la condivisione di un momento di tristezza o confidenza con lui. Don Costantino è stato un prete che, ogni giorno, ha risposto alla sua vocazione e offerto il perdono dei peccati. Tra i tanti impegni e le tante responsabilità legate alla conduzione di una parrocchia, tra cui rientrano anche l’occuparsi dei muri e delle finanze, non ha mai smesso di obbedire al suo Signore, a cui ha consegnato la vita”.

Un sacerdote che ha sempre preparando la Pasqua per la sua comunità, anche quando vedeva troppi posti vuoti intorno alla mensa o quando si sentiva inutile, impreparato, convinto che “la strada è sempre quella del fare del bene anche quando si ricevono insulti o percosse o si incontrano distanze e diffidenza”.

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