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Pineta di Sormano, il sindaco: “Mi sono imbattuto nella politica italiana e mi genera tristezza”

viviana 27 Agosto 2021

Attualità, Politica, Sormano

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Il sindaco Giuseppe Sormani

SORMANO – L’incendio della foresta di Sormano ha aperto una questione molto più ampia dell’evento stesso dopo che è tornata alla luce l’intitolazione della pineta al fratello del duce Arnaldo Mussolini, fatta nel 1939. La sezione di Como dell’Anpi ne ha chiesto subito la cancellazione della dedica posta su un cippo in granito, rinvenuto nel parco già da qualche anno.

L’incendio è passato in secondo piano, la vicenda è diventata una questione politica e il sindaco di Sormano, Giuseppe Sormani, ha scelto scrivere una lettera, avente come oggetto “mi sono imbattuto nella politica italiana e mi genera tristezza”, in cui esprime la sua posizione ripercorrendo la storia degli ultimi giorni.

“Mercoledì scorso, alle sei e mezza, mi hanno svegliato per avvisarmi che c’era un incendio nella pineta sopra il paese. Sono andato a vedere e ho chiamato i vigili del fuoco. Sono intervenuti più volte ed hanno domato l’incendio, sicuramente doloso. Il giornalista de La Provincia, Giovanni Cristiani, ha dedicato un articolo alla vicenda e si è ricordato che esiste un cippo di dedica della pineta ad Arnaldo Mussolini”.

Così inizia la lettera di Sormani, che continua:

“Sventuratamente, lo ha scritto. Apriti cielo: con il caso Durigon aperto si sono tutti scatenati. Il giorno dopo mi ha chiamato una giornalista del Corriere per chiedere se avevamo intenzione di togliere la dedica. Risposta ovvia: cosa dobbiamo togliere che non se la ricorda nessuno e non abbiamo neanche mai trovato la documentazione della dedica. Lasciamo il cippo ad Arnaldo, che peraltro nel campo della forestazione qualcosa di buono lo ha fatto. Era un fascista sicuramente, ma in modo più giustificabile di tantissimi altri, ed è morto da novant’anni”.

Il primo cittadino di Sormano precisa:

“Chiarisco che la proposta di Durigon è sbagliata e non condivisibile, ma qui la situazione è completamente diversa. Nel 1934 gli amministratori dell’epoca ritennero di dedicare la pineta, piantumata allora, ad Arnaldo Mussolini. Oggi di quella dedica non resta nulla, se non un cippo di granito consumato dal tempo. Togliere quel sasso sarebbe un gesto maramaldesco e ingiustificato”.

La questione, però, non si placa racconta Sormani:

“Penso che sia finita, invece no. Insorge l’ANPI che intima di eliminare la dedica per non lasciare spazio ad equivoci. Così il giorno dopo arriva Mediaset e mi chiama una giornalista di AdnKronos. Ripeto le stesse cose. Non sono un nostalgico, vengo da una famiglia di comunisti, sono di sinistra e non ho nessuna simpatia né per il duce, né per il fascismo. Il caso Durigon non c’entra niente. Qui abbiamo un cippo in mezzo al bosco dedicato ad una persona morta da novant’anni. Toglierlo è un gesto vile e inutile e non c’è nessun motivo per farlo. Ci vuole rispetto per la storia e per i suoi protagonisti che vengono giudicati nella loro epoca. La forza di una democrazia è anche la capacità di affrontare la propria storia fatta di personaggi positivi e negativi. Se no ad ogni cambiamento di politica o di sensibilità culturale ci ritroviamo a discutere di via Togliatti o di piazza Cristoforo Colombo, il primo stalinista e l’altro colonialista. Sta già avvenendo in modo massiccio altrove e lo trovo ridicolo. Per cui il cippo per me resta”.

Il sindaco di Sormano si trova così a gestire una questione a carattere nazionale:

“Sono sui giornali cartacei e online di mezza Italia. Per la destra sono il sindaco di sinistra, ma bravo, che difende Arnaldo Mussolini: per l’ANPI di Como sono uno ‘che confonde la memoria storica con un certo revisionismo strisciante’ e già che son partiti con il tono dell’insegnante mi informano che: ‘Vede, Sormano ha beneficiato dell’opera pastorale e patriottica di Don Carlo Banfi…’.”

E proprio in merito alla figura del parroco, Sormani ricorda:

“Don Banfi era un altro personaggio caduto nell’oblio. Ora è conosciuto perché io nel 2013, con lo storico Daniele Corbetta, ho ricostruito la vicenda di don Banfi. In occasione del 25 aprile di quell’anno ho organizzato un ritrovo a Sormano dei protagonisti ancora in vita di quelle vicende, ho fatto pubblicare un fascicolo con documenti e testimonianze (che trovate sul sito del Comune), ho dedicato a don Banfi il viale che porta al monumento dei caduti. Questo 8 anni fa”.

Sormani non nasconde l’amarezza per la vicenda che lo ha visto coinvolto in quanto primo cittadino:

“Ed ora vi dico perché questa vicenda mi demoralizza profondamente.
Qualche mese fa ho scritto ai pochi parlamentari che conosco e a qualche giornalista per segnalare un problema di stupidità burocratica che danneggia i nostri giovani e l’Italia: la inutile e costosa odissea burocratica cui sono sottoposti i nostri giovani per avere il riconoscimento dei titoli di studio esteri. La cosiddetta “equipollenza”. E’ una vicenda che ci rende ridicoli in tutti gli atenei del mondo, che rende più difficile il ritorno dei nostri “cervelli in fuga” e molto difficile che qualche cervello straniero venga a lavorare in Italia. E sarebbe anche di facile soluzione se i nostri politici se ne occupassero”.

“Non mi ha dato retta quasi nessuno: solo Giovanni Cristiani, che ha pubblicato un articolo su La Provincia e una cara persona come la senatrice Erica Rivolta, della Lega, che ha presentato un’interpellanza in parlamento e ha cercato di smuovere le acque. Una donna di cui apprezzo l’intelligenza e la moderazione, ma che non ho mai votato perché politicamente siamo lontani”.

“Ecco perché questa vicenda mi genera tristezza: per una questione insulsa, di un cippo dedicato ad un uomo morto da novant’anni e completamente dimenticato, sono sui giornali di tutta Italia, invece per una questione che sarebbe utile a tanti giovani non ho avuto manco due righe”.

Il sindaco di Sormano conclude:

“Evidentemente non capisco quali sono le profonde questioni che assillano la nostra politica. Lasciatemi fare il sindaco del mio paesino: nel mio piccolo riesco a dare una mano a tanti miei cittadini e provo a risolvere i problemi che i piccoli comuni si trovano ad affrontare quotidianamente. Non sono tagliato per questa politica alta”.