Lambrugo

Lambrugo. Sindacati e Assemblea permanente donne: “Costanzo si dimetta”

Caterina Franci 21 Aprile 2021

Attualità, Lambrugo

Giuseppe Costanzo

COMO – La Cgil di Como e l’assemblea permanente delle donne della Cgil denunciano con forza “i comportamenti sessisti, discriminatori e machisti del consigliere comunale di Lambrugo Giuseppe Costanzo“. L’episodio è quello della battutaccia fatta dal capogruppo di minoranza ed ex sindaco durante il consiglio comunale dello scorso 17 aprile nei confronti della consigliera Barbara Pirovano, capogruppo di maggioranza.

“Tali atteggiamenti, ovviamente incompatibili con qualsiasi contesto sociale, a maggior ragione se rappresentativo di un ruolo istituzionale, ci determinano a chiederne le immediate dimissioni. Si esprime inoltre vicinanza e solidarietà al vicesindaco di Lambrugo Elisa Marini e alla capogruppo di maggioranza Barbara Pirovano per la violenza verbale subita“.

“Le gravissime parole di Costanzo – scrive in una nota l’assemblea permanente delle donne della Cgil di Como – feriscono tutte le donne e, specialmente, chi tra queste decide di dedicarsi nell’impegno pubblico della propria comunità in contesti ancora troppo ostili e discriminatori come quelli della politica. Atteggiamenti tesi a sminuire il lavoro delle donne e a rilegarle a contesti di intimità casalinga, quando non esplicitamente sessuale come in questo caso”.

“Come militanti sindacali da sempre riteniamo inaccettabili in qualsiasi contesto atteggiamenti sessisti e machisti li consideriamo oltremodo assolutamente ostativi a ricoprire qualsiasi incarico di rappresentanza istituzionale, ritenendoli in contrasto con i principi di uguaglianza per i quali lottiamo ogni giorno; Chiediamo pertanto le dimissioni immediate di Costanzo e una presa di posizione unanime e chiara della politica locale“.

Una richiesta lanciata anche dal sindacato unitario dei pensionati SPI-CGI, FNP-CISL e UILP-UIL: “Il messaggio insito nelle parole del consigliere Costanzo è chiaro: le donne devono essere ricondotte allo spazio che è loro proprio, quello domestico, non certo nell’ambito politico. Siamo convinti che quelle parole siano espressione di una parte sempre più minoritaria e che non trova consenso fra le persone che continuano a credere nelle istituzioni e nella loro importanza. Proprio per questo chiediamo che tutti i livelli istituzionali si esprimano chiaramente per condannare l’accaduto, perché sono proprio le istituzioni, infine, ad essere screditate. Laddove ci dovrebbe essere la massima espressione dell’impegno civile, si usano parole che mortificano tutti: rappresentanti delle istituzioni e cittadini che, compiendo un atto di fiducia, hanno affidato loro un importante mandato. Riteniamo che, in casi come questi, le dimissioni siano dovute”.