Canzo

Il ritorno della Giubiana: l’ultimo giovedì del mese il gran falò

Malaika Sanguanini 15 Gennaio 2023

Attualità, Canzo

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Il processo alla Giubiana, Canzo (foto archivio)

 

CANZO – Grande gioia in paese per il ritorno, dopo due anni di stop, di uno degli appuntamenti più affascinanti e sentiti che da decenni accompagna la popolazione: come da tradizione, l’ultimo giovedì del mese di gennaio, la Giubiana verrà bruciata sul rogo.

L’appuntamento è fissato per il 26 gennaio alle ore 20:30 sotto i portici in Piazza della Chiesa, dove avverrà il consueto processo rigorosamente in dialetto alla Giubiana, la quale verrà poi condotta in Villa Meda per abbracciare il proprio triste destino. A seguire risotto e luganega e vin brulé da gustare davanti al grande falò “per la buna furtuna cuntra la displipa”.

“Siamo molto felici dopo due anni di fermo di poter vivere nuovamente questa antica e sentita tradizione – afferma Antonio Corti della Cumpagnia di Nost – ormai è tutto pronto e per quanto riguarda la tradizionale risottata, quest’anno abbiamo cambiato il riso in modo da poter offrire una qualità superiore. Speriamo, con il ritorno della Giubiana e dopo anni difficili, che lo spirito brianzolo si rinnovi e rinasca“.

L’origine del rito della Giubiana si perde nella notte dei tempi: la tradizione vuole che la Giubiana (o Giobia, come viene anche chiamata) sia una vecchia strega che viveva nel bosco, pronta a spaventare gli esseri umani, soprattutto i bambini, dei quali andava a caccia l’ultimo giovedì di gennaio.

La storia racconta che un anno, a fine gennaio, una mamma che voleva salvare il suo figliolo dalla perfida strega le tese una trappola: cucinò un grande risotto con zafferano e luganenga (salsiccia, ndr) e lo lasciò sulla finestra. La Giubiana, attirata dall’ottimo profumo, venne e mangiò tutto il risotto fino a che arrivò il mattino. La luce del sole bruciò la strega e il bambino si salvò.

Secondo altre leggende diffuse soprattutto nel canturino, invece, la Giubiana era una castellana che osò tradire la città ai tempi della guerra tra milanesi e comaschi nel XII secolo. Cantù, alleata a Milano contro la città lariana, subì una dura sconfitta, ma la guerra alla fine fu vinta dai milanesi che riuscirono a conquistare Como decretando così anche la condanna al rogo della donna. La tremenda sentenza viene ricordata ogni anno nella serata dell’ultimo giovedì di gennaio.

L’ultimo giovedì del mese (antecedente i giorni della merla, i più freddi dell’anno, ndr) in diversi paesi della Brianza è usanza preparare un rogo sul quale, dopo il debito processo, viene simbolicamente bruciato il fantoccio della Giubiana. Il cerimoniale è accompagnato da un corteo seguito da un banchetto, rigorosamente a base di riso giallo e luganega e vin brulè.

QUI LA LOCANDINA DELLA GIUBIANA DI CANZO