Il Coronavirus non ferma la violenza sulle donne: “Supporto h24”

Caterina Franci 26 Marzo 2020

Attualità

MILANO – I Centri Antiviolenza lombardi e i relativi sportelli proseguiranno le attività con modalità organizzative che permettano di rispettare le restrizioni determinate dall’emergenza sanitaria contingente.

In particolare, dovranno essere erogati con modalità ‘a distanza’ (telefono, mail, videochiamate, messaggi..), tutti i servizi di supporto alle donne e dovrà essere garantita la reperibilità telefonica H24 sui numeri dedicati. In caso di necessità di contatto diretto con la donna, questo dovrà avvenire rispettando le misure di sicurezza imposte dalla normativa (distanza di un metro e dispositivi di protezione).

Sono le indicazioni stabilite da Regione Lombardia nell’ambito dell’emergenza Coronavirus e a cui dovranno attenersi tutti i 51 Centri Antiviolenza della capillare rete regionale.

La violenza contro le donne non si ferma neanche in tempi di Coronavirus. Anzi – precisa l’assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità Silvia Piani – dovendo rispettare la prescrizione di stare a casa, vittime e maltrattanti passano più tempo insieme e questo genera situazioni potenzialmente pericolose. Le case diventano prigioni e le donne maltrattate devono sapere che possono sempre contare su un aiuto esterno, che possono contattare con diverse modalità e a qualsiasi ora del giorno”.

Regione Lombardia invita i Centri a mantenere uno stretto e preventivo contatto con le Forze dell’Ordine in modo da non creare disagi alla donna nell’eventuale spostamento dal domicilio e dal coinvolgerle qualora, a seguito del contatto telefonico, si ravvisasse una situazione di pericolo per la donna stessa.

Si richiama inoltre l’importanza del numero di pubblica utilità 1522 che lavora in rete con i centri antiviolenza, che a fronte delle difficoltà delle donne maltrattate di chiedere aiuto poiché al domicilio con il maltrattante, ha attivato anche la modalità chat.

“Sarà necessario – prosegue – dare più ampia diffusione delle nuove modalità organizzative dei Centri in modo che ogni donna possa esserne informata facilmente tramite avvisi affissi presso gli sportelli, informazioni sui siti internet, registrazioni di messaggistica telefonica sui numeri dedicati e singoli messaggi alle donne già in carico. Inoltre, in accordo con le Forze dell’Ordine, si è previsto, nell’ambito delle procedure di emergenza, che le denunce delle donne maltrattate possano essere formalizzate anche successivamente l’allontanamento da casa”.

All’interno delle case rifugio dovranno essere garantite le prescrizioni di sicurezza sanitaria attivate per il contenimento del Coronavirus. Qualora non fosse possibile e in caso di quarantena delle ospitate, si valutano interventi per il reperimento di nuovi alloggi.

“Siamo in contatto con la Prefettura di Milano sul tema degli alloggi che potrebbero rendersi necessari, a seguito di segnalazioni di maltrattate che dovessero essere allontanate da casa, ma poste in situazione di isolamento. Regione Lombardia – ha concluso l’assessore Piani – supporterà le reti territoriali antiviolenza anche valutando l’eventuale rimodulazione del budget assegnato”.