ERBA – “Oggi è una giornata speciale, conferiamo la cittadinanza onoraria ad una stella di prima grandezza, ad un rivoluzionario, un creativo, un innovativo artefice di una terza dimensione della scenografia. Mi piace pensare che magia e poesia possano essergli derivate dal legame mantenuto con la sua Erba, città che ha sempre decantato nel suo lungo pellegrinare intorno al mondo”.
Così il sindaco Marcella Tili, domenica al parco Majnoni, ha aperto la celebrazione per la consegna dell’importante riconoscimento ad un maestro internazionale della scenografia, un orgoglio tutto erbese: Elvezio Frigerio, 86 anni, una fama mondiale cresciuta grazie a collaborazioni con i grandi del teatro e del cinema, da Giorgio Strehler a Vittorio De Sica.
“Personaggi – ha proseguito il sindaco Tili – che sono diventati un poco erbesi per la capacità del maestro di presentare loro l’immagine della nostra città con la dolcezza e la poetica del vero innamorato”.
Il Teatro La Scala lo ha visto lavorare fin da giovanissimo disegnando la scenografia di più di 20 spettacoli, opere e balletti, firmandone per ben sette volte l’inaugurazione stagionale; un’attività che gli è valsa l’Ambrogino d’Oro nel 2000. Al Piccolo, con Strehler e altri registi, mette in scena una ventina di spettacoli tra cui “Arlecchino servitore dei due padroni” di cui domenica, durante le celebrazioni, ne è stato esposto il costume originale . Sempre con Strehler inaugura il teatro rinnovato all’Opera di Parigi con “Le nozze di Figaro”, vedendosi conferita la Legion d’Onore e il titolo di commendatore “des arts et des lettres”. Per il grande schermo, oltre a De Sica, lavora al fianco di altri importanti registi come Bolognini, Cavani e Bernando Bertolucci.
“Una persona che si è distinta per meriti straordinari verso la nostra comunità” ha spiegato il presidente del consiglio comunale, Matteo Redaelli, illustrando le motivazioni del conferimento della cittadinanza onoraria all’artista che è recentemente tornato ad abitare nell’erbese insieme alla moglie Franca Squarciapino, al suo fianco dal 1972.
“Sono stato due volte cittadino di Erba, la città che era un tempo e quella che è diventata oggi. Eccomi tornato perché in fondo è sempre stata qui la mia vita. Abbiamo trovato una casa in campagna, nella zona di Eupilio, dove vogliamo trascorrere in serenità la nostra giovane vecchiaia” ha spiegato il maestro Frigerio sorridendo al pubblico.
Quello consegnato allo scenografo non è stato l’unico riconoscimento che quest’anno il Comune ha destinato ai propri cittadini: altri due erbesi sono stati premiati per il loro impegno nella vita pubblica e privata, per i loro successi e per la loro generosità, per aver dato lustro all’immagine della comunità. L’Eufemino 2016 è stato destinato all’alpinista Graziano Bianchi e all’imprenditore artigiano e artista Angelo Garofoli.
Bianchi, il “nonno ragno” come lo hanno definito i suoi nipotini, ha regalato alla città addirittura una cima, quella peruviana sulla Cordillera Blanca, la prima salita sulla Nevado Innomianto che dal 1972, porta il nome della città di Erba. Lui che aveva iniziato ad arrampicare sulle falesie della Valle Bova e che ben presto si è ritrovato ad accompagnare alpinisti del calibro di Jack Canali, Ambrogio Fogar e Agostino da Polenza solo per citarne alcuni. Disgaggista, ha lavorato in luoghi impossibili da raggiungere per i mezzi meccanici e celebre è stata la sua impresa sul grattacielo Torre Velasca a Milano. Risiede nella frazione di Carpesino con la moglie Luisa.
“Devo ringraziare proprio lei – ha commentato l’alpinista guardando la sua congiunta – le dicevo sempre che sarebbe stata l’ultima spedizione, la prima è stata nel 1971 e poi ne sono seguite altre quasi tutti gli anni. Tutto questo aveva un sogno”. Ad applaudirlo anche gli amici volontari della Protezione Civile erbese, radunati al parco Majnoni per il riconoscimento a lui conferito.
Una piccola delegazione della frazione di Corogna di Albavilla ha invece raggiunto Erba per assistere alla premiazione del loro concittadino, Angelo Garofoli, e lui si è commosso dedicando il premio a Corogna, sua località nativa, e Crevenna, dove si è trasferito dopo il matrimonio.
Entrato nella Corale, ha accettato di realizzare uno spettacolo teatrale e qualche anno dopo è riuscito a riportare “La Passione di Cristo” al teatro erbese sotto la regia di Bernardo Malacrida. Nel 1989 ha contribuito, costruendola, a perpetrare la tradizione della Croce Pessina, situata sopra Crevenna, in località Pra Buarola, ed è stato protagonista anche della sistemazione della scala in legno di val Caino.
La sua opera più importante è senza dubbio il presepe, oggi conservato presso villa Bressi Ceriani, che da oltre 10 anni viene ampliato con nuovi scenari.
“Ha messo a disposizione della nostra comunità competenza, conoscenza e propensione all’espressione artistica – le motivazioni della sua premiazione – Con il suo forte senso di aggregazione è di stimolo e sprono ai crevennesi, costituendo e sostenendo forme associative, promuovendo innumerevoli iniziative e impegnandosi per il territorio”.
Si stima infatti che le iniziative da lui promosse attraverso il mondo associativo erbese abbiano permesso di devolvere in beneficienza circa 200 mila euro. “L’aspetto artistico unito all’aspetto umano – ha sottolineato il presidente Redaelli – rendono Angelo Garofoli orgoglio della nostra città”.