Erba

Erba. Casa Prina più ‘ecologica’ e funzionale, si lavora al progetto

Miryam Colombo 30 Settembre 2021

Attualità, Erba

Tag: ,

ERBA – Una Casa Prina più ecologica e funzionale quella a cui punta il direttivo della Fondazione Giuseppina Prina Onlus con il progetto di ristrutturazione e riqualificazione che dovrebbe essere approvato nelle prossime settimane.

Tutto ha avuto inizio la scorsa estate quando la squadra del dottor Alberto Rigamonti, presidente della Fondazione, ha deciso di intervenire sui quattro edifici che compongono la struttura avvalendosi anche del Superbonus del 110% introdotto dal Decreto Rilancio. Un’apposita commissione, formata da un delegato della Onlus, da un geometra, da un architetto e da un avvocato, ha quindi valutato le proposte della aziende per poi affidare a una di esse, risultata vincitrice, la stesura di un progetto di massima a seguito di alcuni sopralluoghi effettuati in tutti gli spazi della Rsa.

Quest’ultimo prevede, da un lato, l’adeguamento e la riconversione a scelta ecologica dell’impianto di areazione e delle luci in tutti gli ambienti, sia nell’ala nuova dell’edificio che nelle tre più “vecchie”, e, dall’altro, la realizzazione di nuovi spazi aggiuntivi da mettere a disposizione degli ospiti. Questi ultimi, come ha sottolineato Rigamonti, “non saranno spazi da calpestare, ma da vivere”. A questi si aggiungerebbe poi il posizionamento di sistemi fotovoltaici. Il costo delle operazioni ammonterebbe a circa 5 milioni di euro che la Fondazione coprirebbe in parte con le agevolazioni del 110% e 50%.

Il dottor Alberto Rigamonti

 

L’esigenza di questi interventi è emersa a seguito delle situazioni inedite create dall’emergenza sanitaria: “Il Covid ha relegato nelle camere e nei reparti tutti gli ospiti – ha spiegato il presidente Rigamonti -, tanto che dall’inizio di luglio abbiamo dovuto potenziare gli interventi di fisioterapia e massoterapia per favorire il recupero della mobilità. Da qui è nata l’idea di convertire spazi disponibili per ricavare salottini o altri spazi ricreativi dove poter far muovere gli ospiti e socializzare”.

Un grandissimo progetto, dunque, che potrebbe realizzarsi, almeno in parte, entro il 2022: se entro ottobre 2021, infatti, il piano definitivo venisse approvato dal Direttivo, i lavori legati al bonus del 50% dovrebbero essere consegnati già entro il 30 giugno 2022. “I tempi sono davvero stretti anche perché parliamo di una superficie di circa 5 mila mq – ha commentato Rigamonti -. Mi sarebbe piaciuto coinvolgere nella progettazione anche gli studenti del Politecnico di Milano, ma questo passaggio avrebbe richiesto un periodo più lungo di elaborazione. Ci siamo quindi affidati a un’azienda abituata a lavorare nelle Rsa e negli ospedali, adattando anche la propria attività alle esigenze della struttura. Spero proprio che i lavori vadano in porto perché in questo modo garantiremmo un netto miglioramento almeno per alcuni decenni”.

Nell’attesa che vengano portate a termine le ultime valutazioni, sono stati invece approvati i lavori per la creazione di una nuova passerella definitiva che permetta l’accesso diretto da via Carpani all’ala dell’hospice. La nuova struttura, che dovrebbe essere realizzata entro la fine di ottobre, sostituirà quella provvisoria realizzata lo scorso anno per permettere ai parenti di vedere i propri cari senza passare dall’ingresso principale della Rsa, inaccessibile agli esterni a causa della pandemia.

“Siamo in cerca dei fondi necessari a sostenere questa opera – ha precisato Rigamonti -. Abbiamo ricevuto donazioni da parte dei Lions e degli Alpini di Erba e la famiglia Santambrogio ha espresso il proprio desiderio in questa direzione, ma abbiamo bisogno di altro denaro. Il nuovo passaggio costerà infatti circa 35 mila euro”.

Proprio per raccogliere fondi, anche a seguito delle importanti spese (quasi 600 mila euro) che la Rsa ha dovuto sostenere per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza e non solo durante l’emergenza sanitaria, la Fondazione organizzerà nei prossimi mesi un’asta benefica in cui saranno presentati opere e oggetti donati alla struttura e valutati dai periti del tribunale.

“L’asta verrà allestita da un curatore e da esperti esterni – ha concluso il presidente -. Contiamo di raccogliere circa 100 mila euro che ci permetteranno di rientrare di quanto speso per far fronte al Covid senza aver minimamente aumentato le rette degli ospiti. Abbiamo ricevuto un rimborso da parte di Regione Lombardia, pari al 50% della spesa, ma con l’asta contiamo di coprire almeno in parte la cifra rimanente”.