Ponte Lambro

Emporio della solidarietà, la testimonianza: “Tutti possiamo contribuire”

Miryam Colombo 19 Giugno 2021

Attualità, Ponte Lambro

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PONTE LAMBRO – Si è rivolto soprattutto ai volontari apprezzandone l’impegno e la dedizione l’Arcivescovo Mario Delpini che ieri sera, venerdì, ha inaugurato e benedetto l’Emporio della Solidarietà di Ponte Lambro.

Ed è proprio la testimonianza di una volontaria, Rachele Ciceri, quella raccolta in questi giorni. Un motivo particolare ha spinto la donna a prendere parte al progetto: “Onorare la mia mamma che, con piccoli gesti e in silenzio, mi ha insegnato a porgere una mano per un aiuto”.

Rachele ha quindi trovato nell’Emporio il modo migliore per farlo: “Avevo sentito parlare di quelli presenti a Roma e Milano e mi aveva colpito il fatto che permettessero di sostenersi facendo personalmente la spesa con dignità. Non un semplice soccorso alimentare, ma un aiuto a rendersi autonomi. Una possibilità eccezionale. Quando poi ne ho sentito parlare in un’omelia da don Ettore Dubini (vicario della Comunità pastorale Sant’Eufemia di Erba e referente del progetto, ndr), mi sono resa disponibile”. Con una convinzione precisa: “La giustizia sociale va perseguita sempre. Non è ammissibile che, nonostante lo spreco generalizzato, qualcuno non possa accedere a un bene primario. Sostenere le famiglie in questa necessità permette loro anche di far fronte con maggiore serenità a spese spesso inderogabili: affitto, bollette, spese mediche…”.

Non è la prima esperienza di volontariato svolta da Rachele, che collabora anche all’accoglienza del pubblico al Cine-Teatro Excelsior, la Sala della Comunità di Erba. Due realtà diverse, anche se “entrambe prevedono un rapporto con le persone” e sono occasioni di condivisione.

All’Emporio Rachele fa parte del Gruppo Distribuzione: “Nelle giornate di apertura siamo presenti in cinque – ha spiegato – per effettuare i controlli in entrata (verifica dello stato della mascherina, igienizzazione delle mani, misurazione della temperatura, verifica della tessera di accesso, dell’eventuale delegato, dei punti a disposizione, ecc), aiutare i beneficiari (accompagnarli in un modo diverso di fare la spesa, nel rispetto di necessità, desideri ed eventuali limitazioni alimentari, con un occhio alla disponibilità mensile) e gestire la cassa (controllando i limiti mensili di spesa, legati alla composizione della famiglia e alla condizione economica, allo scopo di educare a un consumo responsabile). In caso di necessità ci occupiamo anche del riassortimento dei prodotti sugli scaffali”.

Rachele ha giudicato buono il rapporto con gli assistiti: “Finora non abbiamo evidenziato problemi, se non qualche incomprensione iniziale legata alla novità del servizio – ha raccontato -. Anche noi volontari, che per la maggior parte non ci conoscevamo, ci siamo abbastanza amalgamati: tutti desideriamo fare la nostra parte nel migliore dei modi”.

Insomma, un’esperienza positiva, che Rachele ha segnalato anche a un’amica: “Ha accettato prontamente e con me si è imbarcata in questa “avventura”. È una esperienza che consiglio a tutti: ognuno può contribuire a combattere le fragilità del territorio, arrivando a ridurle o, chissà, magari a eliminarle”.