Erba

Crevenna. Nasi in su verso la montagna: la Croce Pessina torna a brillare

Miryam Colombo 6 Luglio 2021

Attualità, Erba

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ERBA – Da questa sera, martedì, tutti a naso in su verso le montagne erbesi: la Croce Pessina, sulla cima del monte Panigas, torna infatti a brillare in occasione della festa patronale della parrocchia di Santa Maria Maddalena a Crevenna. Una tradizione tanto suggestiva quanto preziosa e da custodire.

Come ogni anno, i volontari sono saliti nella giornata di oggi lungo il sentiero portando con sé tutto il necessario per illuminare la grande struttura di ferro che domina tutta la piana d’Erba ripetendo così uno dei gesti più cari ai crevennesi. Un gesto che non solo racchiude in sé valori e ritualità provenienti dalla civiltà contadina, ma che è anche un simbolo della devozione e dell’amore per il creato che questa comunità tramanda di generazione in generazione.

Don Ettore Dubini alla Croce Pessina

 

“Per la festa patronale di Santa Maria Maddalena, i crevennesi, che tanto amano la nostra valle e le nostre montagne, valorizzano questo evento celebrando la messa alla seconda domenica di luglio alla Croce Pessina – ha spiegato don Ettore Dubini, vicario della parrocchia di Santa Maria Maddalena -. Anche quest’anno, come segno della rinascita dopo la pandemia da covid, hanno pensato di illuminare ‘el crusun’. L’iniziativa non nasce per rivalità con le altre croci sulle vette dei nostri monti lariani, come quelle del Tavarasc, del Puscio e altre, ma solo con il desiderio di richiamare la comunità crevennese alla festa. Infatti non è perennemente illuminata tutte le notti, ma solo in alcune occasioni speciali: la festa patronale di luglio, le grandi solennità liturgiche dell’anno, oltre che per eventi civili particolarmente significativi”.

Come spiegato dal sacerdote, infatti, si è avuto cura di evitare una luce eccessiva che potrebbe disorientare gli uccelli migratori e di non creare una struttura impattante alla base della croce. “Non vogliamo affatto usare la montagna come palcoscenico per imporre convinzioni religiose, non è proprio questo il momento, ma tenere viva la memoria di chi sulle nostre montagne ha lavorato curando sentieri, falciando fieno, raccogliendo legna e svolgendo tante altre attività – ha continuato don Ettore -. Oggi anche le nostre modeste montagne sono da scalare, da percorrere per sentieri, da gustare per lo svago e lo sport. Ma non va dimenticato che per tanto tempo la montagna è stata la risorsa economica per generazioni intere che hanno saputo coniugare la fede con il lavoro duro sulla montagna”.

“Una doverosa pulizia delle nostre vette, seppur modeste, non consisterà nel togliere i simboli religiosi, ma saperli valorizzare a dovere perché continuino, anche per le future generazioni, ad essere segni aggregativi e non divisivi – ha chiosato -. Semmai è di altro che bisogna fare pulizia. Io sono il primo a dire che le nostre montagne sono già una lode al Creatore senza bisogno di simboli religiosi. Non è infatti il Creatore che ha bisogno di simboli, ma noi per non perdere le nostre tradizioni e le nostre origini”.

La Croce rimarrà accesa fino alla prossima domenica, 11 luglio, quando la comunità di Crevenna salirà alla Crus Pisina per celebrare alle ore 11 la messa in ricordo di tutti coloro che hanno sempre amato questo luogo e che si sono sempre adoperati per custodirlo e preservarlo.