Erba

Chiuso il cantiere in Bova, richiesti nuovi fondi per i torrenti

Miryam Colombo 22 Febbraio 2020

Attualità, Erba

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Una vista aerea del tratto del torrente Bova ripulito e sistemato: sulla destra, si nota la briglia ricostruita in corrispondenza del ponte della ferrovia.

 

ERBA – Si è chiuso negli scorsi giorni il cantiere per la manutenzione del torrente Bova nel punto di innesto nel fiume Lambro in prossimità dell’ospedale Fatebenefratelli. A lavori conclusi, il Comune di Erba ha già chiesto nuovi stanziamenti per la sistemazione del sistema idrico.

Finanziati con 27 mila euro erogati da Regione Lombardia per i danni causati dal maltempo di ottobre 2018, gli interventi hanno comportato la disostruzione della foce con la pulizia della vegetazione, la ricostruzione delle scogliere e il rinforzo di due briglie nell’alveo, poste rispettivamente al di sotto del ponte della ferrovia e di quello di via Fatebenefratelli.

A questi lavori eseguiti dal Comune si è poi aggiunto il taglio delle piante cresciute nell’alveo sostenuto dall’ospedale Fatebenefratelli, che gli uffici tecnici comunali hanno voluto ringraziare per il contributo grazie al quale “è stato possibile ripulire l’alveo dalle piante che ostruivano quasi completamente il torrente”.

Il punto in cui è stato rifatto l’alveo

 

Nello stesso ambito, rientrano i lavori eseguiti nell’abitato di Crevenna in corrispondenza di via Colombo dove è stato riparato un argine rotto e sono state ricostruite le scogliere (circa 60 m) danneggiate dall’evento di piena. A seguito di alcuni dubbi e perplessità emersi tra la popolazione, i tecnici hanno specificato: “Su un tratto dell’alveo di circa 50 m abbiamo realizzato un nuovo fondale posizionando massi ciclopici uniti tra loro da calcestruzzo: il progetto, approvato dallo Ster di Como, corrisponde alle direttive emesse da Regione Lombardia che, a seguito degli eventi di piena del 2018, ha concesso un moderato uso di calcestruzzo nei punti di maggior criticità”.

La situazione del torrente Bova in via Colombo prima degli interventi dell’estate 2018

 

“A seguito di monitoraggi, abbiamo notato come il fondo del torrente, nel tratto interessato, si sia abbassato di circa 2 m negli ultimi tre anni – hanno continuato i tecnici – Questo a causa dell’elevato fenomeno di erosione provocato dalla forza dell’acqua, con gravi rischi di stabilità per i pendii circostanti, che erano già stati scavati alla loro base per circa 10 m di profondità sotto il versante. Quando siamo intervenuti per la prima volta nell’estate 2018 abbiamo colmato questi spazi e rifatto le scogliere cadute nel corso degli anni, mentre nelle scorse settimane abbiamo provveduto a rialzare il livello dell’alveo posizionando massi e cemento. Quest’ultimo è stato usato solo nelle fughe tra le rocce per garantire una maggior tenuta in un punto estremamente critico: la parte rimasta in superficie, dovuta allo spostamento del materiale, verrà dilavata con le prime piogge”.

Lavori finiti, dunque, ma il Comune ha già previsto altri progetti per la sistemazione del reticolo idrico attraverso operazioni di pulizia e manutenzione dei torrenti e la loro rinaturalizzazione. È il caso, ad esempio, della Roggia Lodorina sulla quale i tecnici avrebbero previsto la rimozione di manufatti in calcestruzzo risalenti agli anni ’60-70 e il ripristino del corso con interventi di ingegneria naturalistica.

Per fare questo, il Comune ha chiesto l’accesso a fondi stanziati dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano per un valore di circa 70 mila euro. La documentazione è stata inviata secondo i termini stabiliti, ora si attende solo la risposta da parte dell’ente.