Canzo

Canzo festeggia la Giubiana, in tantissimi a processo e falò

Caterina Franci 27 Gennaio 2017

Attualità, Canzo, Cultura

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La Giubiana a processo sotto i portici di Piazza Mercato

 

CANZO – Non hanno temuto il freddo i consiglieri Regiuù che giovedì sera, sotto i portici di Piazza del Mercato, hanno processato la  Giubiana. Insieme a loro tantissimi canzesi che, come da tradizione hanno seguito il rumoroso corteo che ha accompagnato la vecchia “regiura” brutta, cattiva e senza denti in “aula”.

Colpevole dei mali dell’anno passato e difesa dall’avvocato delle cause perse la vecchia strega anche quest’anno ha dovuto fare i conti con la legge e la sentenza pronunciata in rigoroso dialetto canzese – come del resto tutto il processo – ne ha infine determinato la condanna al rogo.

Tradizione amata e molto sentita anche quest’anno la Giubiana De Canz, organizzata dalla Compagnia di Nost con il patrocinio del Comune, non ha mancato di affascinare grandi e piccoli. Il rito si perde nella cultura rurale brianzola: il fuoco che brucia la Giubiana simboleggia il superamento della cattiva stagione e, questo è l’augurio, l’avvento di un’annata propizia. La festa della Giubiana cade come ogni anno l’ultimo giovedì di gennaio, appena prima dei giorni della merla, i più freddi dell’anno.

La vecchia Giubiana, strega spaventa bambini e causa di tutte le sfortune dell’anno passato, viene accompagnata in un rumoroso corteo dove spiccano i tradizionali personaggi che tutti i canzesi conoscono bene: i cilostar (i candelieri), i pumpier in bicicleta (i pompieri in bicicletta), ‘lcarett di paisan (il carro dei paesani), i buschiro (i boscaioli), i bagai e i regiuu (i bambini e gli anziani), L’aucat di caus pers (l’avvocato delle cause perse), i testimoni dal prucèss (i testimoni del processo), i stria picitt ca fan strimì cun la magia e i diauj dala bela vus (gli spaventa bambini che spaventano con la magia e i diavoli dalla bella voce), l’urzu (l’orso), al casciadur ca duma e fa balà l’urzu (il cacciatore che addomestica e fa ballare l’orso), l’om selvadigh (l’uomo selvatico) e l’Anguana (fata benefica).

Dopo il processo, la sentenza di condanna:”E sicome la stabiliss la leg quaranta dal voccent sesantot che dopo ‘l procèss gh’è la lugànega e ‘l risott, la sentenza a la fin la pò vess pronunziada la Giubiana, stasira, ca la sia brusada!“. La strega è stata quindi portata al grande falò, allestito nel parco dietro la Biblioteca comunale, dove tra il suono de tamburi e il lamento incessante delle sue seguaci viene issata e bruciata.

La serata si è conclusa con una grande festa tra risotto con luganega (salsiccia), vin brulè e musica. Per un altro anno i canzesi potranno ‘dimenticarsi’ della Giubiana anche se la famosa “regiura” nel pronunciare il suo testamento ha ricordato: “L’ultimo giovedì di gennaio, prima del risotto e del falò, io sarò ancora qui!”.

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