Albavilla

Al Cine teatro il documentario di Padre Paolo Cereda

Lorenzo Colombo 9 Marzo 2014

Albavilla, Attualità, Cultura

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Cine-teatro della Rosa Albavilla

ALBAVILLA – Domenica 9 marzo, alle ore 21, presso la sala della comunità Cineteatro della Rosa di Albavilla, si terrà la presentazione di un documento cinematografico originale e straordinario, risalente al 1955, dal titolo “ Okiba non vendermi”.
Il film è stato realizzato da attori non professionisti, africani e due missionari tra cui Padre Paolo Cereda, nativo di Albavilla, fortemente voluto dal regista Gianni Fontaine per le sue grandi qualità e capacità.

La videoproiezione testimonia una odiosa tradizione africana per cui le fanciulle venivano vendute ai loro futuri sposi ma qui Okiba, interverrà in aiuto della sorella Abeia.
Padre Paolo era un missionario di instabile entusiasmo. Con questo documento e non solo, lascia l’esempio di un grande uomo di Dio, una di quelle figure che imprimono il segno, che hanno fatto della salvezza delle anime l’unico scopo della propria vita.
Il documento ebbe una diffusione limitata, sebbene fonte di grande orgoglio per gli Albavillesi e non.
L’ingresso all’evento è libero.

Di seguito la trama.
Abeia, una fanciulla della tribù dei Lokoro, dovrebbe sposare il capocacciatore della tribù, cui il fratello Okiba, secondo il costume ancestrale, l’ha venduta. Ma la fanciulla, innamorata di Andrea un guerriero appartenente ad una tribù ostile alla propria, si ribella e vuol sottrarsi alle aborrite nozze. Condotta al tribunale del villaggio, viene condannata alla frusta. Essa manda il fratellino ad informare Andrea che caccia nella foresta, di quanto succede: Andrea la consiglia di fuggire recandosi alla missione dov’egli la raggiungerà: l’abuna bianco li sposerà. Okiba, accortosi della fuga di Abeia la raggiunge e la riporta alla tribù, dove viene sottoposta agli esorcismi da parte degli stregoni. Più tardi Andrea tenta di rapire Abeia ma viene colpito da una freccia avvelenata e muore, dopo aver perdonato al suo feritore ed avere esortato Abeia a perdonare. L’uccisione di Andrea porterebbe ad una lotta sanguinosa tra le due tribù, se il missionario non riuscisse col suo intervento a pacificare i guerrieri, inducendoli al perdono reciproco. Il feritore d’Andrea, pentito, si lascia arrestare dalla polizia locale. Abeia soccorsa dai missionari, si dedicherà ad opere di bene a favore dei suoi confratelli.

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