ERBA – “Dobbiamo accostarci al 4 novembre con animo riflessivo, non celebrativo”. Questo il monito del sindaco Marcella Tili nella giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. “Non si celebra, ma si ricorda”, le ha fatto eco Anchille Gregori, direttore del notiziario dell’associazione nazionale Alpini di Como, “Baradell”.
Il programma prevedeva dapprima la messa di suffragio e poi il corteo fino al monumento ai Caduti per la cerimonia ufficiale, ma, visto il maltempo, dopo la benedizione di don Giovanni Afker, autorità e ragazzi delle scuole erbesi si sono spostati in Comune.
“Rivolgo i miei auguri a chi amministra la città, ma anche agli insegnanti – ha detto don Afker al termine della messa – Proprio questi ultimi svolgono quello che io chiamo un ruolo politico di base poichè preparano i cittadini del domani”.
L’inno d’Italia suonato dai ragazzi del corso musicale della Puecher ha aperto, invece, la cerimonia in sala consiliare.
“Sono trascorsi 96 anni, ma non passa il dolore – ha sostenuto nel suo intervento il sindaco Tili – Il sacrificio e le sofferenze dei Caduti non sono solo una pagina di un libro. Libertà e democrazia vanno difese. Ricordiamo quindi anche i Caduti dei giorni nostri, in divisa e non, e mi auguro che l’Unità sia anche intesa come unità delle coscienze. Occorre amare l’Italia”.
Dopo l’intervento del sindaco, affiancato da Carlo Tafuni in fascia tricolore come rappresentante dell’Amministrazione albavillese di cui è assessore, i ragazzi della San Vincenzo hanno letto alcuni passi sulla Guerra.
E’ seguito poi l’intervento di Gregori. “Oggi è un momento da dedicare alla memoria perciò dobbiamo essere attenti – ha spiegato ai ragazzi – Con la quinta di Crevenna, un anno fa, abbiamo avviato un percorso dedicato ai Caduti. I ragazzi ci hanno comunicato la volontà di costituire un gruppo che proseguirà l’approfondimento avviato in classe”. Gregori ha quindi voluto cercare lo stesso impegno nei ragazzi che aveva di fronte oggi, distribuendo loro due libri e invitandoli a lavorarci. “Le conseguenze della Guerra le paghiamo ancora oggi – ha concluso – Siamo qui perchè è nostro dovere ricordare coloro che sono morti anche contro la propria volontà”.