Erba

Scandalo forno crematorio di Biella: una class action “per non dimenticare”

Miryam Colombo 28 Febbraio 2019

Attualità, Erba

Tag: ,

 

ERBA – In molti hanno partecipato all’incontro organizzato martedì sera presso l’oratorio di San Maurizio dall’agenzia di onoranze funebri “Luciano&Lella” di via Licinio che nelle scorse settimane si è fatta promotrice di un’azione collettiva per raccogliere le famiglie dell’erbese colpite da quanto accaduto al forno crematorio di Biella.

Secondo quanto emerso durante la serata, allo stato attuale delle indagini, dodici persone indagate avrebbero ammesso che da marzo 2017 a ottobre 2018 le cremazioni sono aumentate del 441% in quanto i corpi, rimossi dalle bare, venivano inceneriti a gruppi di due-tre e le casse vendute. Inoltre, dal momento che il macchinario per la polverizzazione era fuori uso, i piccoli resti rimasti dopo la cremazione sarebbero stati smaltiti nella nettezza urbana, come confermato dalle analisi effettuate su 240 kg di ceneri contenuti nei sacchi sequestrati.

Da sinistra i titolari dell’agenzia Luciano&Lella, Attilio Guarisco, Presidente Adoc Como, e l’avvocato Caterina Alfano

 

Durante l’incontro è intervenuta l’avvocato Caterina Alfano che dal 31 ottobre 2018 segue gli sviluppi del procedimento a nome dell’agenzia Luciano&Lella. “L’avvocato Alessandra Guarini, ingaggiata dall’associazione Codacons di Biella per assistere le famiglie coinvolte, mi ha comunicato che il Generale del Ris di Parma, Luciano Garofano, ha confermato che potrà essere effettuata la prova del Dna sulle ceneri – ha spiegato l’avvocato Alfano – L’analisi del Dna è tuttavia un passo successivo alla perizia dell’urna: in caso di autorizzazione, infatti, si procederebbe prima con un esame visivo preliminare, con la verifica della compatibilità del peso con un processo completo di cremazione e dell’eventuale presenza di altri resti o materiali, come sabbia, tra le ceneri”.

Dei circa 4000 casi di illeciti accertati sarebbero soltanto 500 le denunce effettuate. Da qui l’iniziativa: “Raccogliendo anche l’invito dell’avvocato Guarini, siamo qui questa sera per sensibilizzare e attivare tutti coloro che sono potenzialmente coinvolti – ha proseguito l’avvocato Alfano – Più voci ci sono e più si sensibilizza la Procura di Biella. È già stato avviato un procedimento di maxi querela da parte delle famiglie coinvolte nei confronti della società gestore e che si vorrebbe estendere anche al Comune di Biella, come ente preposto ai controlli, e alle imprese di pulizia e smaltimento dei rifiuti”. E quindi ha proseguito: “Siamo qui perché queste 4000 persone non vengano dimenticate”.

Diverse le perplessità emerse durante l’incontro tra le famiglie presenti: tempistiche, possibilità di risarcimento, condanne, procedimenti tecnici sono solo alcuni dei punti critici. Per ora, si continua sulla strada di un’azione collettiva attraverso cui far sentire la voce di quanti sono rimasti coinvolti e per suddividere le spese processuali tra tutti gli aderenti. Durante la serata, è stato quindi ribadito che tutti coloro che volessero aderire all’iniziativa possono farlo rivolgendosi all’agenzia Luciano&Lella anche nel caso non fossero clienti della stessa.