Merone

Holcim, lavoratori in sciopero per dire “no” ai tagli del personale

Lorenzo Colombo 24 Maggio 2016

Economia/Lavoro, Merone

holcim-merone5-immMERONE – L’assordante silenzio che ha invaso lunedì i luoghi di lavoro (stabilimenti, impianti di betonaggio, cave e uffici) narra della decisa risposta che i lavoratori hanno dato alla prima multinazionale al mondo del cemento, il gruppo Lafarge/Holcim, contro il piano di ridimensionamento presentato in Italia.

Nonostante il maltempo, i piazzali delle portinerie centrali degli stabilimenti di Ternate e Merone si sono riempiti di lavoratori per esplicitare il dissenso.

Questi due comportamenti raccontano di quanto sia condivisa la decisione assunta dal coordinamento delle Rsu di Holcim e da Feneal Filca e Fillea di incrociare le braccia per protestare contro l’ennesimo taglio di personale.

“Non è tollerabile – fanno sapere dai sindacati – scaricare sui lavoratori e le loro famiglie tutti i problemi che le aziende del cemento registrano. Necessita un’equità sociale maggiore dal principio che, per uscire dalla crisi, si deve investire in ricerca di nuovi prodotti, ammodernamento impianti e nuovi processi di produzione. Questa riorganizzazione – proseguono – mette in discussione la presenza di Lafarge/Holcim nel nostro paese per questo riteniamo che la vertenza non sia solo di tipo sindacale ma debba essere anche di valenza istituzionale. L’Italia è un paese che registra la perdita di diverse industrie che operano nell’eccellenza del mercato, noi non vorremmo essere l’ennesima”.

Per queste ragioni il coordinamento delle Rsu e Feneal Uil FIlca Cisl Fillea Cgil di Como, Varese e della Lombardia hanno deciso di coinvolgere nei prossimi giorni tutte le istituzioni (sindaci di Merone e Ternate, Regione Lombardia, MISE) per rappresentare loro la situazione e per traguardare una risposta collettiva del paese Italia all’ennesimo piano di riduzione del gruppo.

“Alla direzione di Holcim Italia lo sciopero chiede di ripensare alla sua decisione uscendo dai paradigmi atavici della riduzione di costi di produzione solo con l’espulsione della manodopera dai posti di lavoro”, chiosano i sindacati che ringraziano chi ha aderito allo sciopero “consci – dicono – che la perdita di salario incide in modo significativo in questo momento di crisi”.