Droga, armi e denaro: l’operazione della Finanza di Lecco

Lorenzo Colombo 13 Ottobre 2015

Cronaca

7474_lecco-510x386

LECCO – Bambini usati come copertura per trasportare la droga. Matrimoni per consolidare i rapporti tra diversi gruppi criminali. Ventiquattro le persone finite in carcere. Sequestrati 94 Kg di cocaina. Questo il bilancio della complessa operazione attuata dalle Fiamme Gialle di Lecco.

consegna_coca_carrozzina-510x272

Oltre 150 militari, di alcuni dei Comandi Provinciali siti in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, supportati dall’impiego di unità cinofile antidroga – già a partire dall’alba di oggi, martedì – sono stati impegnati in perquisizioni, sequestri ed esecuzione di misure cautelari.

L’operazione, denominata “July 2014”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, ha consentito di annientare un ben organizzato gruppo italo albanese dedito da anni al traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini, condotte anche con l’ausilio delle più sofisticate apparecchiature, hanno permesso – alle Fiamme Gialle lecchesi – sia di risalire la piramide organizzativa giungendone ai vertici, sia di intercettare armi, denaro e carichi di cocaina provenienti da Spagna e Olanda.

coca_garage-510x311

Gli oltre 94 Kg di cocaina sottoposti a sequestro sono stati rinvenuti in abitazioni e garage ovvero nascosti in doppi fondi delle auto utilizzate per il trasporto. In un caso la droga era stata occultata all’interno del telaio di una vettura, divenendone parte integrante. Per estrarla è stato necessario tagliare in diversi punti lo chassis.

Il sodalizio, composto in prevalenza da albanesi, operava a stretto contatto con figure legate a potenti famiglie della ‘ndragheta. Il legame veniva mantenuto saldo anche grazie a matrimoni organizzati tra appartenenti ai diversi gruppi.

Oltre allo stupefacente, i militari della Guardia di Finanza hanno sottoposto a sequestro armi, autovetture e denaro contante per oltre 200 mila euro.

Sequestrati beni mobili, immobili e 6 attività commerciali operanti nel settore della ristorazione riconducibili agli indagati. Le attività investigative sono state condotte anche con l’ausilio della DCSA (Direzione Centrale Servizi Antidroga) di Roma.