Erba

Anche gli speleologi contrari al progetto sul monte San Primo

Redazione 14 Gennaio 2024

Ambiente, Erba

coordinamento Salviamo il Monte San Primo

Adesione della Federazione Speleologica Lombarda al Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’, ora formato da 35 associazioni

ERBA – Con una lettera recapitata al coordinamento “Salviamo il Monte San Primo”, la Federazione Speleologica Lombarda ha dichiarato di appoggiare e dare il proprio sostegno alle iniziative in difesa del Monte San Primo. 

La polemica sul progetto di creare una stazione sciistica sul Monte San Primo raggiunge una nuova fase con l’adesione della Federazione Speleologica Lombarda al Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’, portando il totale delle associazioni aderenti a 35. La Federazione Speleologica Lombarda, tramite una lettera indirizzata al Coordinamento, ha dichiarato il proprio forte dissenso nei confronti del progetto e ha evidenziato le potenziali minacce ambientali legate alla realizzazione della stazione sciistica.

Nella lettera, la Federazione sottolinea l’importanza del Monte San Primo come sede di fenomeni carsici di rilevanza nazionale, con grotte che potrebbero essere idrologicamente collegate a uno dei principali sistemi carsici italiani. Questo complesso sistema, con uno sviluppo di oltre 65 km, ha le sue acque fuoriuscite alle sorgenti di Nesso, al livello del Lago di Como. L’area è cruciale non solo per il fenomeno carsico, ma anche per la gestione delle preziose risorse idriche, particolarmente significative in ambienti carsici, dove le acque superficiali sono scarse.

grotte san primo

La Federazione Speleologica Lombarda esprime preoccupazione per la possibile vulnerabilità delle acque sotterranee a inquinamenti dovuti alle attività legate al progetto. La lettera fa riferimento anche al dispendio d’acqua per l’innevamento artificiale in un’area scarsamente dotata di fonti di acque superficiali, sottolineando come questa pratica possa avere impatti significativi sulla qualità e quantità delle acque sotterranee.

Il Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’, forte del sostegno della Federazione Speleologica Lombarda, rinnova il suo appello alle istituzioni locali coinvolte, invitando gli amministratori del Comune di Bellagio e della Comunità Montana Triangolo Lariano a rinunciare al progetto. La Federazione, che riunisce 21 gruppi speleologici lombardi, ha sottolineato l’importanza di perseguire progetti di “riqualificazione” più sostenibili e meno impattanti sull’ambiente naturale, sia in superficie che nel mondo sotterraneo. La richiesta del Coordinamento mira a preservare l’ecosistema carsico unico del Monte San Primo e a garantire la tutela delle risorse idriche della regione.

Di seguito la lettera integrale

Spett. Coordinamento “Salviamo il Monte San Primo”, con la presente la Federazione Speleologica Lombarda desidera esprimere il proprio sostegno alle vostre iniziative in difesa del Monte San Primo.

Il Monte San Primo è sede di fenomeni carsici di rilevanza nazionale, con importanti grotte con ingressi che si aprono sulle pendici del Monte in probabile collegamento idrologico con uno dei maggiori sistemi carsici italiani (Complesso del Pian del Tivano-Valle del Nosee, con uno sviluppo di oltre 65 km), le cui acque (captate a scopo idropotabile) fuoriescono alle sorgenti di Nesso, a livello del Lago di Como. Si tratta quindi di un’area di grande importanza per quanto riguarda non solo il fenomeno carsico in sé, ma anche per il bene prezioso che contiene: l’acqua, che in aree carsiche è una risorsa ancora più importante, data la quasi totale assenza di acque superficiali, a causa della natura stessa delle rocce carbonatiche. Purtroppo, le acque carsiche hanno un’altra caratteristica: sono estremamente vulnerabili agli inquinamenti. L’infiltrazione di acque inquinate e l’immissione (anche accidentale) di inquinanti rischiano di compromettere per anni o decenni la buona qualità delle acque delle grotte e delle sorgenti, cosa che può portare a gravi danni non solo al delicatissimo ecosistema sotterraneo, ma anche alle popolazioni che utilizzano le acque sotterranee a scopo potabile,  ma anche agricolo e di allevamento di bestiame.

Un progetto di “riqualificazione” che prevede la creazione di una stazione sciistica, con annessi impianti di risalita con innevamento artificiale, piste e toboga in plastica, realizzazione di parcheggi e conseguente aumento della pressione antropica e della quantità di rifiuti e di acque reflue appare una possibile (o, meglio, probabile) fonte di gravi inquinamenti e compromissioni dell’ambiente e delle acque sotterranee.

I possibili problemi ambientali, ma anche sociali, in aree carsiche sono molti e diversi. Per citare solo i più importanti e con le maggiori conseguenze dal punto di vista sociale: la possibilità di sversamenti accidentali di carburanti dai serbatoi di stoccaggio degli impianti di risalita (già verificatasi in altri comprensori sciistici, con gravissimi inquinamenti a lungo termine di grotte e sorgenti), la gestione non ottimale dei rifiuti e delle acque reflue (che, in area carsiche, non possono essere gestite con semplici “pozzi perdenti” come si faceva in passato), comprese le acque di dilavamento di piazzali e parcheggi (fortemente inquinate da idrocarburi e quindi in teoria gestite come “acque di prime piogge”, che non possono scaricare direttamente nelle reti fognarie), nonché la realizzazione di sbancamenti che possono occludere ingressi di grotte, come pure la compattazione dei terreni per le piste, il disboscamento, l’innevamento artificiale, che andrebbero a influire sull’infiltrazione e sulla qualità delle acque sotterranee… sono tutte attività che possono impattare fortemente sulla qualità e quantità delle acque sotterranee, e, attraverso le sorgenti carsiche (numerose anche sul versante N-E del monte), anche sulle acque superficiali. Per non parlare del dispendio di acqua per l’innevamento artificiale in una zona che, proprio per le caratteristiche carsiche, è priva o povera di fonti di acque superficiali…

La Federazione Speleologica Lombarda riunisce la maggior parte dei gruppi e associazioni speleologici lombardi: sono 21 i gruppi membri, e in loro nome la Federazione Speleologica Lombarda esprime quindi il sostegno alle iniziative di dissenso del progetto in discussione, in favore di progetti di “riqualificazione” più sostenibili e meno impattanti sull’ambiente naturale, sia superficiale che sotterraneo.” 

Federazione Speleologica Lombarda