Erba

Spedizione pakistana per il Ragno Schiera

Lorenzo Colombo 8 Giugno 2013

Erba, Sport

Tag: , , ,

Schiera Luca - Ragno di LeccoERBA – Farà parte anche l’alpinista 22enne di Erba, Luca Schiera, della spedizione targata Ragni di Lecco che avrà l’obiettivo di tracciare una nuova via sulla Torre Uli Biajo in Pakistan, 6109 metri, e così attraente per la sua grande parete di oltre mille metri di sviluppo.

Protagonisti della pedizione in sieme a Luca, ci saranno il Ragno Matteo della Bordella, David Bacci, 27enne di Varese, Saro Costa, 23enne di Milano, lo svizzero Silvan Schupbach e Arianna Colliard.

La spedizione è stata presentata questa settimana nella sede del main sponsor Acel Service di Lecco, alla presenza del presidente dei Ragni di Lecco Fabio Palma del presidente di Acel Angelo Fortunati.

Proprio il presidente Palma ha dichiarato: “I protagonisti di questa spedizioni hanno un’età media molto bassa, simile a quelle organizzate dagli sloveni e in linea con gli standard del top dell’alpinismo mondiale. Si tratta di una spedizione poco onerosa se paragonata a quelle degli Ottomila. Preferiamo spendere meno ma impegnarci comunque su progetti molto seri e per questo siamo grati a tutti i nostri sponsor”.

Della Bordella, mente organizzativa e capo spedizione in Pakistan, ha spiegato: “L’idea è quella di aprire una via nuova su questa parete di 1200 Schiera - Fortunati - Della Bordella - spedizione Torre Uli Biajometri di roccia, un’idea nata dalla voglia di scalare su una big wall in un luogo come il Pakistan, dove conta anche il fattore della quota. Dopo l’esperienza della Torre Egger volevo un team di più persone, perché con un gruppo affiatato si può fare meglio, ci sono più energie e maggiori possibilità di riuscita”.

La tattica del vresino è quella di approcciare alla parete con due cordate che in alternanza procederanno al comando della salita, con due alpinisti ad aprire e tre a recuperare il materiale necessario. Ninete corde fisse quindi, nel tentativo di puntare subito alla cima.

Il team avrà a disposizione 53 giorni per tracciare la nuova via, raggiungere la vetta e archiviare la spedizione pakistana che predenrà il via il 17 giugno. “Tre settimane le utilizzeremo per tentare la salita – prosegue Della Bordella – e una settimana buona servirà per per l’avvicinamento al campo base e un altro paio per l’acclimatamento e lo studio della parete”.

Tre le vie che ci sono oggi sull’Uli Biaho: quella degli americani aperta nel ’79, quella di Maurizio Giordani sullo spigolo sud-est e una terza via aperta dagli sloveni nel 2006 ma sul versante opposto a quello che vedrà impegnati i lecchesi.