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Insulto razzista da avversario, la squadra abbandona il campo

Miryam Colombo 3 Maggio 2022

Erba, Sport

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Al centro in blu il vicepresidente Andrea Colombo (foto archivio)

 

ERBA – “Non chiediamo che venga annullato il provvedimento, chiediamo solo che cambino le regole davanti a episodi come questo”. Con queste parole il vicepresidente del Gsd Arcellasco, Andrea Colombo, ha commentato la decisione assunta dal Giudice sportivo a fronte di un episodio di razzismo che ha visto coinvolto un giocatore della società.

Prima di arrivare al presente, chiariamo il passato. Tutto risale a martedì scorso, 26 aprile, quando gli atleti Under 18 della squadra erbese erano impegnati in un match contro il Bresso Calcio. Durante un’azione un giocatore di origine africana dell’Arcellasco ha subito un insulto razzista da un avversario, sentito e notificato anche dall’arbitro presente alla competizione che ha quindi sospeso temporaneamente l’incontro e espulso il responsabile del gesto. Quest’ultimo, prima di recarsi negli spogliatoi, avrebbe ripetuto le stesse parole.

Inevitabile la reazione dei Bianco-Rossi che, per solidarietà al compagno offeso, hanno deciso di non riprendere a giocare la partita. Come spiegato da Colombo, infatti, il regolamento di gara non prevede che la competizione possa essere sospesa dall’arbitro in caso di episodi di razzismo: “La decisione da prendere era una sola: o tornare in campo o perdere a tavolino 3 a 0, con un punto penalizzazione e l’attribuzione di una sanzione – ha spiegato Colombo -. Quando ho raggiunto i ragazzi in panchina, la situazione era davvero tesa e, come vicepresidente, ho chiesto loro di fare la propria scelta, consapevoli delle conseguenze. Dopo essersi confrontati, mi hanno comunicato di non voler riprendere il match perché, come gruppo, si sentivano di dover dare un segnale forte di rifiuto di un gesto inaccettabile che ha visto vittima un loro compagno. Come società abbiamo voluto appoggiarli comprendendo e condividendo il valore della loro posizione”.

Nei giorni successivi la società erbese ha quindi preso contatti con la Federazione Italiana Giuoco Calcio: “La Federazione non ha mancato di esprimere la propria vicinanza alla nostra squadra e, pur essendo consapevoli delle ripercussioni, pensavamo che ci sarebbe stata comprensione anche da parte di chi avrebbe dovuto esprimere il proprio giudizio”, ha continuato il vicepresidente.

Ma così non è stato: lo scorso venerdì il Giudice sportivo ha emesso una nota con cui, pur riconoscendo la gravità di quanto accaduto e pur sanzionando il giocatore coinvolto, assegnava al Gsd Arcellasco non solo la sconfitta per 0-3, ma anche la penalità di un punto e la sanzione. Come si legge, infatti, nel documento, “pur ritenendo la scelta della società Arcellasco di non continuare la gara frutto di un episodio deprecabile ed estremamente negativo ai fini della presente decisione non si può prescindere dalla disposizione su indicata”, con riferimento a quanto previsto dal regolamento in caso di “abbandono” del campo.

Parole e decisione che hanno destato, come ci si può aspettare, l’amarezza del gruppo sportivo: “Nonostante ci penalizzi molto, avremmo anche accettato di perdere l’incontro 0-3 – ha commentato Colombo -, ma ci saremmo aspettati che, come segnale forte verso l’esterno, il Giudice stabilisse di non riconoscerci il punto di penalizzazione e la multa. In questo modo, a nostro parere, passa il messaggio sbagliato sia nei confronti i ragazzi che hanno fatto una scelta inattaccabile, coraggiosa, responsabile e matura sia verso il mondo dello sport in generale. Tanto ci si batte, anche a più alti livelli, contro fenomeni di discriminazione, quanto poi, quando si presentano, a farne le spese sono coloro che hanno deciso di opporsi concretamente a gesti inaccettabili”.

“Abbiamo deciso di non fare ricorso – ha chiosato il vicepresidente -, anche perché i limiti erano ormai scaduti e non ci interessa nemmeno recuperare i punti persi. Vorremmo solo che passasse l’idea che le cose devono cambiare, a qualsiasi livello, e che un arbitro possa avere l’autorità di sospendere una competizione laddove si presentino casi di questo tipo. Andremo avanti a batterci per questo non tanto per un risultato personale quanto perché le cose possano davvero cambiare”.