Caslino d'Erba

“La nostra salute prima di tutto”: un incontro sul futuro della sanità comasca

Malaika Sanguanini 10 Marzo 2022

Caslino d'Erba, Sanità

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CASLINO D’ERBA – “Cosa risolverà la nuova riforma della sanità voluta da Fontana e Moratti? Perché questo documento che viene spacciato per riforma è in realtà una non-riforma?”. Questi gli interrogativi mossi da Angelo Orsenigo, consigliere regionale, e Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio Regionale, nella serata di ieri, mercoledì, durante l’incontro pubblico “La nostra salute prima di tutto” tenutosi presso il Centro Polifunzionale La Curt di Caslino d’Erba. A presiedere l’incontro Marcello Pontiggia, sindaco del paese.

Marcello Pontiggia, Angelo Orsenigo e Carlo Borghetti

 

“È fondamentale mettere la salute al centro di questa riforma – ha spiegato Angelo Orsenigo – la Lombardia è composta da un sistema complesso, è la regione più popolosa d’Italia e possiede un’elevata percentuale di popolazione anziana, dunque le esigenze comasche richiedono politiche diverse rispetto ai grandi centri urbani. Questa nuova riforma sanitaria, voluta da Fontana e Moratti, l’abbiamo definita una non-riforma perché non affronta i temi fondamentali. Rispetto ad altre regioni, in Lombardia abbiamo una sanità debole, mancano medici di base e ci sono liste di attesa infinite. Sono presenti molti ospedali, ma poca sanità di territorio, e questo è un problema enorme, soprattutto per gli anziani e per la popolazione più fragile, c’è dunque uno squilibrio molto evidente tra sanità privata e pubblica“.

“Per ottenere i fondi del Pnrr – ha proseguito Orsenigo – la Lombardia ha dovuto istituire dei distretti e per ognuno di questi è obbligata ad costituire Centrali operative territoriali, Case della Comunità e Ospedali di Comunità. Per quanto concerne l’erbese, Regione Lombardia ha promesso una Casa della Comunità e una Centrale Operativa Territoriale all’interno del Poliambulatorio già esistente di Ponte Lambro, situato in Via Giuseppe Verdi, inoltre, si sta valutando anche un Ospedale di Comunità presso il Fatebenefratelli di Erba”.

Su questa base si dovrebbe rifondare la medicina territoriale erbese? – ha continuato il consigliere regionale – Su una struttura già esistente e a cui verrà solamente modificata l’insegna all’esterno e verrà inserita in un grande presidio ospedaliero? Il punto di caduta è chiaro: non sappiamo, infatti, in che modo, con che personale e con quali fondi verranno fatte funzionare le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali. La legge regionale, approvata lo scorso dicembre, non specifica nulla di tutto ciò e rischiamo di trovarci nuovamente davanti alle solite promesse vuote“.

Il Vicepresidente del Consiglio Regionale Carlo Borghetti, riallacciandosi al discorso di Orsenigo, ha spiegato come la sanità lombarda sia una sanità “ospedalocentrica“, cioè incentrata perlopiù sugli ospedali: “La sanità territoriale è il punto più debole della nostra regione. Sia chiaro, noi non siamo contro il privato, ma è dal 1997 che vengono spostati soldi dal pubblico al privato e la nostra sanità, così incentrata sugli ospedali, non è stata in grado di soddisfare i bisogni della popolazione e dei più fragili, i quali avrebbero più di tutti necessità di avere servizi vicini alla propria abitazione. Per questo affermiamo che questa nuova riforma non riforma proprio niente, la pandemia da Covid-19 ha solo svelato ciò che sapevamo già, basti vedere i disagi che sono costretti a subire le persone disabili e gli anziani”.

“In questa nuova riforma – ha proseguito Borghetti – è vero, sono stati istituiti dei distretti, ma saranno situati all’interno degli ospedali e in questo modo non avranno l’autonomia che dovrebbero avere per essere funzionali. La Regione dovrebbe valutare i bisogni dei cittadini e fare un’analisi e una programmazione, purtroppo questo non lo sta facendo”.