Erba

Dall’ospedale di Erba l’emergenza morbillo: “Nell’incertezza rifare il vaccino”

Lorenzo Colombo 29 Agosto 2018

Erba, Sanità

Il Dottor Gaetano Mariani, primario di Pediatria all’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba

ERBA – Già tre casi di morbillo nell’Erbese, tutti riscontrati su adolescenti. “Sono adolescenti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose di vaccino”, spiega il dottor Gaetano Mariani, primario di pediatria all’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba.

Dall’ospedale erbese si ricorda che se di morbillo si torna a morire lo si deve alle mancate vaccinazioni o, più spesso, al mancato richiamo.

“Prima degli anni ‘80 – spiegano dal nosocomio di Erba – infatti, ci si ammalava di morbillo e chi superava la fase acuta della malattia sviluppava gli anticorpi che lo difendevano per tutta la vita. Dagli anni ’90 dall’avvento del vaccino trivalente (morbillo-rosolia-parotite), la malattia è stata quasi debellata ma, negli ultimi anni a causa della non obbligatorietà della vaccinazione e scarsa sensibilità sociale nei genitori, la copertura vaccinale nella popolazione è scesa sotto la soglia  del 95%; inoltre, molti nati dopo gli Anni ’90 non hanno completato i due richiami, che sono fondamentali per dare una copertura per la vita”.

Tutto questo ha portato alla ricomparsa della malattia e a quella di morbilli atipici nei soggetti vaccinati parzialmente. “Molti soggetti – proseguono dall’ospedale – sono dunque più a rischio di sviluppare la malattia e sono quelli che per ragioni di salute non possono essere vaccinati, oltre alla popolazione che ha una eta’ compresa tra i 15 anni e i 37 anni ( con una mediana di 27 anni). In pratica, ogni adulto che non ha completato correttamente il ciclo del trivalente rischia di essere esposto alla malattia diventando un pericolo per i propri figli non vaccinati”.

I numeri confermano l’allarme: 41mila casi nell’Unione Europea nei primi sei mesi dell’anno e la fascia che va dall’adolescenza fino 35 anni è la più colpita: “siamo di fronte a un problema da non sottovalutare e che interessa anche gli operatori sanitari”, fanno sapere.

Quest’anno in Europa ci sono già stati 37 morti e le complicanze neurologiche possono lasciare segni indelebili, come disabilità permanenti. “Non ci sono cure per le complicanze – spiega Mariani – e andarsene in giro con un trivalente incompleto significa, nella migliore delle ipotesi, essere potenziali vettori del virus. Quindi consiglio caldamente, nel dubbio, di rivaccinarsi”.

La malattia esantematica provoca le caratteristiche macchie rossastre sulla pelle ed è sempre associata a tosse stizzosa e febbre che sale con puntate ogni giorno più alte fino alla comparsa delle manifestazioni cutanee poi gradatamente decresce. Se trascurata può  portare a complicanze come polmonite e vari gradi di encefalite; in percentuale ridotta anche alla morte.

Dubbi sulla necessità di vaccinarsi? “Nessuno – risponde Mariani – in quanto con la vaccinazione  non si corrono rischi, mentre si corrono e si fanno correre agli altri trascurando di vaccinarsi”.