COMO – 30 mila nuovi casi di Covid solo nell’ultima settimana rilevati da Ats Insubria. La variante Omicron corre veloce e i dati confermando la tendenza anche sul nostro territorio: “Ci auguriamo un 2022 migliore degli ultimi due anni – il commento del Direttore Sanitario Giuseppe Catanoso – anche se per ora i presupposti non sembrano essere incoraggianti”. L’unica nota positiva, almeno per il momento, è che dal punto di vista clinico Omicron non comporta gravi conseguenze: “Oggi rispetto allo scorso anno abbiamo un aumento delle ospedalizzazioni nettamente minore, questo ci conforta”.
“Se guardiamo alle ultime settimane, assistiamo ad un aumento di casi notevole – ha spiegato Catanoso presentando i dati – dall’8 al 14 dicembre contavamo poco più di 3.500 casi, la settimana seguente, dal 15 al 21 dicembre, siamo passati a 5.500 per arrivare a oltre 12.800 casi dal 22 al 28 dicembre e, nell’ultima settimana, a 30 mila casi. Anche il numero dei tamponi è aumentato del 50%, siamo a 144 mila nell’ultima settimana rispetto ai 96 mila della prima (8-14 dicembre)”.
Ad essere maggiormente contagiati la fascia 25-49 anni (oltre 11.800 i nuovi casi nella settimana dal 26 dicembre al 2 gennaio) e gli under 17: “In queste settimane di festività assistiamo ad un calo dei contagi in questa fascia di età – ha commentato Catanoso – questo perché non andando a scuola i ragazzi si contagiano meno”.
Sul fronte vaccini, dal 20 dicembre 2021 al 3 gennaio 2022 sono 193.753 le somministrazioni effettuate in Ats Insubria (87,88% terza dose, 8,44% prima dose, 3,68% seconda dose), 63.633 in Provincia di Como e 130.120 in quella di Varese. “Negli ultimi giorni abbiamo aumentato l’offerta vaccinale soprattutto per le terze dosi per snellire le liste di attesa” ha fatto sapere Maria Cristina Della Rosa Direttore Dipartimento Cure Primarie.
Di fronte ai numeri, l’intensa attività di Ats è resa ancora più difficile dalle normative in continua evoluzione: “Praticamente ogni due giorni arriva una modifica a quelle che sono le indicazioni nazionali – ha osservato Catanoso – anche oggi ci sarà un altro Consiglio dei Ministri a cui seguiranno variazioni e noi dobbiamo adeguarci nel più breve tempo possibile”. Insomma, l’emergenza sanitaria per Ats si è trasformata in una vera e propria sfida amministrativa.
“Dall’inizio dell’emergenza c’è tutto un susseguirsi di documenti che vanno aggiornati e rivisti tra diversi attori, Ats, Asst, Regione, il Ministero, ognuno con il suo gestionale che deve integrarsi – ha spiegato la dottoressa Elena Tettamanzi, Responsabile Epidemiologia e Medicina Ambientale, Flussi Informativi di Ats Insubria – attualmente siamo di fronte a numeri altissimi, dunque una situazione già non facile, a cui si aggiunge un continuo cambio di regole che ci mette in difficoltà: dal 24 al 31 dicembre ci sono state diverse direttive dal Ministero, il tutto a ridosso delle festività con personale in ferie, anche delle aziende che gestiscono i software. Adeguarsi in questi tempi è stato piuttosto complicato. Attualmente stiamo lavorando al nuovo portale scuole per l’inizio delle lezioni previsto il 10 gennaio”.
La dottoressa Tettamanzi ha quindi ripercorso il contact tracing e i ruoli dei diversi attori: “Il primo tampone diagnostico positivo è ciò da cui parte tutto, i dati del paziente – numero di telefono, codice fiscale etc. – vengono inseriti in fase di accettazione da chi esegue il tampone, il medico di medicina generale, laboratorio di analisi, l’Ospedale o la Farmacia. Ats, è bene ricordarlo, non esegue tamponi e non compila schede anagrafiche. Una volta segnalati, i soggetti positivi ricevono il provvedimento da Ats al numero di telefono o mail registrati in fase di accettazione. Se i dati sono errati Ats non è in grado di raggiungere il soggetto destinatario del provvedimento: a fronte dei disservizi e delle problematiche riscontrate, su numeri così grandi come quelli che stiamo vedendo in queste settimane capita che vengano inseriti dati errati e che questi soggetti non ricevano poi il provvedimento o il link per prenotare il tampone. Purtroppo è difficile gestire il tutto. Resta da specificare che per il tampone di fine isolamento, Ats non definisce la capienza delle agende che è di competenza delle Asst. Attualmente Regione sta indirizzando gli ospedali ad un incremento degli slot disponibili sulla base del numero dei casi positivi e che necessitano un tampone per la guarigione”.
Le raccomandazioni del Dottor Paolo Bulgheroni, Direttore Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, sono di interfacciarsi coi propri medici di medicina generale: “Sono le nostre sentinelle sul territorio e danno un contributo enorme, chiediamo ai cittadini di rivolgersi a loro che poi si interfacciano con noi. Tutto il sistema è provato, giornalmente abbiamo le linee telefoniche sovraccariche”.
Dal punto di vista dei buoni comportamenti, Burgheroni ha ricordato il distanziamento e l’utilizzo, anche dove non obbligati, delle mascherine Ffp2.
Di seguito il report di Ats Insubria e un riassunto sulle nuove regole relative a quarantena e tamponi: